Mobilità elettrica e veicoli ricreazionali, sarà un matrimonio possibile?

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di Vittorio Costantini(^)

Uno degli argomenti più caldi di questi tempi, circa il mondo delle “quattro ruote”,  è senz’altro l’avvento della mobilità elettrica (molto timido in realtà nel nostro Paese, molto più marcato a livello europeo), che presenta indubbi vantaggi, per ciò che concerne inquinamento e impatto ambientale, ma anche altrettante, non trascurabili, criticità. Il principale problema che si ravvisa per il nostro mondo di utenti turistico-itineranti è certamente quello dell’autonomia. I nostri veicoli, in effetti, risultano alquanto energivori, sia considerando i motorizzati, che le roulottes al traino delle normali autovetture. Tenderei invece a minimizzare gli altri aspetti apparentemente problematici, quali gli elevati prezzi e la diffusione di punti di ricarica. I prezzi, come già sta avvenendo da diversi anni, si vanno, e si andranno, nel medio termine, sempre più livellando, mentre per quanto riguarda i punti di ricarica il nostro Paese è già quello che ha uno dei migliori rapporti tra vetture elettriche circolanti e colonnine  (oltre il doppio rispetto a Germania e Inghilterra, e quasi il doppio della Francia) con ben oltre 50.000 punti di ricariche pubbliche di cui quasi 8.000 veloci/ultraveloci, e con un’ottima presenza lungo la rete autostradale (ben un migliaio!), senza contare l’oltre mezzo milione di wall box private e le decine di milioni di prese domestiche che, seppur in  parecchie ore, riescono comunque ricaricare un veicolo elettrico.

Attualmente con veicoli elettrici “standard” in commercio, sia che si tratti di una vettura che traina una caravan, che di un motorizzato trasformato con relativa cellula, si dispone, realisticamente, di non più di 200/250 Km di autonomia totale (e ancor meno in autostrada e in inverno), il che significa dover fare una ricarica dopo appena 150/200 Km (raramente si utilizza la totale capacità delle battere ma ci si attiene al range 10-20% /80%; sotto tale percentuale ci assale l’ansia da ricarica, oltre, la ricarica, anche se effettuata presso colonnine veloci, rallenta notevolmente). Ciò può apparire un limite fortemente penalizzante, quasi insormontabile, come in effetti, al momento, lo è. 

Le cose però non sono così problematiche come sembrano. Innanzitutto già da un non lontano futuro (diciamo già dai prossimi 3/4 anni) la capacità delle batterie, e conseguente autonomia, sono destinate ad aumentare sensibilmente, come già sta avvenendo da anni,  poi,  con i nostri particolari veicoli, godiamo di indubbi vantaggi che andremo ad illustrare, ma certamente sarà anche necessario un cambio di mentalità e modelli organizzativi nei nostri spostamenti. Le lunghe tratte di centinaia di km giornaliere non saranno precluse, ma andranno intervallate nelle inevitabili soste per la ricarica, con degli “spezzoni” di vacanza, quali ad  esempio una rapida visita ad un museo o a dei monumenti, o una breve passeggiata in mezzo alla natura, o scattare delle foto. In sostanza un viaggio autostradale di 7/800 km che oggi dura una decina d’ore, piccole soste incluse, durerà certamente almeno un paio d’ore in più, ma nel frattempo potremo aver già goduto di un piacevole “anticipo” di vacanza. Consideriamo poi anche quei vantaggi del tutto esclusivi per chi dispone di un veicolo ricreazionale che non è costretto a girovagare tutte le volte come un pazzo negli autogrill per mezz’ora o poco più (tanto serve per una buona ricarica veloce) ma si può rilassare all’interno guardando la tv, navigare e inviare mail e perché no, persino schiacciare un pisolino in un vero e proprio letto e non rannicchiato sul sedile della propria auto. Durante queste brevi soste ci si può preparare dei pasti, pulire e rassettare il proprio “nido”, far fare i compiti ai propri figli e via dicendo.  Disponendo in loco della propria “abitazione” si può insomma ottimizzare e recuperare il tempo in molti modi. 

Collocare dei pannelli solari sull’intero tetto, come da alcuni ipotizzato*, ci può regalare in realtà durante il viaggio solo una decina, massimo una ventina di km in più in estate, che non è certo granché anche se tutto aiuta; però i Kilometri possono diventare anche parecchie decine e del tutto gratuiti, ripartendo dopo una sosta di alcuni giorni, e trovare il pieno completo, sempre del tutto gratuito,  ritirando il nostro veicolo al rimessaggio dopo una lunga sosta.*

  Si potrà poi entrare in campeggio, o in un area sosta affollata, in modo del tutto silenzioso e “civile” senza disturbare o intossicare i nostri vicini di piazzola e noi stessi, come invece accade effettuando le manovre con gli attuali motori diesel e benzina. 

In conclusione il matrimonio che s’avrà da fare forzatamente per legge tra una dozzina d’anni, si farà anche se non sarà certo così imminente. I notevoli miglioramenti tecnici che si otterranno su autonomia e tempi di ricarica, una sensata riprogrammazione delle nostre abitudini e piccoli accorgimenti, ci permetteranno di assistere a felici e sopratutto consensuali nozze, certamente anche ben prima del fatidico 2035.  

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* E’ stato calcolato che il tetto un autocaravan di medie dimensioni può ospitare  (considerando anche gli oblò) fino 2 Kw di pannelli solari con una producibilità annua di quasi 2.000 Kwh, che gli consentono di percorrere “gratuitamente” oltre 7.000 Km annui, ovvero ben 30 weekend l’anno di 220/250 Km cadauno senza servirsi delle colonnine.

(^)Vittorio Costantini (roulottista/camperista da sempre e recentemente felice possessore di un’auto elettrica) 

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