Il Collegio in campeggio ci siamo persi qualcosa?

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il Collegio, Rai Due

Direttore non posso stare zitto.

Ho preso la carta e penna del 2017 ed eccomi qui a ringraziare Newscamp.info per aver sottolineato la presenza delle tende e del campeggio libero nella terza puntata de Il Collegio.

Su RaiPlay me lo sono visto tutto e ho trovato tutto molto interessante, istruttivo.

Le pongo una domanda: ma se negli anni ’60 si andava in campeggio a fare la gita, dove ci siamo persi? Cosa non ha funzionato?

Maurizio Bellomo

Risponde Luca Stella

Bella domanda.
Ci siamo persi nella debolezza che sintetizzerei con il rifugiarsi.
Oggi le persone scappano, si rifugiano, perché hanno paura di affrontare la realtà. qualunque schermo, qualunque paratia va bene.

Scappano e si nascondo dietro le comunità virtuali, i social, i gruppi, le uscite organizzate.

Negli anni ’60 gli idoli degli adolescenti erano gli scrittori, oggi giocatori e veline. E la colpa non è degli adolescenti, perché loro, se stimolati opportunamente, come questo docu-reality dimostra, sprigionano intelligenza ed energia positiva. Il problema sono i genitori che sono dei bambinoni non cresciuti.
In fondo vuol capire il valore di una persona? Facile, basta vedere come sono i figli e si capisce tutto.
Non viene fuori un quadrato da un cerchio, è matematico.

Negli anni ’60 si usciva da una Guerra Mondiale e questo ha significato tutto. Le persone costruivano. Oggi scappano, si nascondono.

Ma le pare normale che passino del tempo sui social invece che socializzare dal vivo? E non mi si dica che è una questione di tempo, perché se uno vuole il tempo lo trova e, comunque, si impiega più tempo a rispondere sul web che a scendere per strada e salutare il primo che passa.

Lei chiede cosa ci siamo persi, bene, ci siamo persi il buonsenso del padre di famiglia, anzi, il padre di famiglia che oggi è uno sfigato tutto preso dal nuovo modello di tablet, da esaltarsi per l’automobilina ibrida (che è cancerogena ma non spiegateglielo perché poverino non ci arriva) e con i capelli tagliati da bullo di periferia come quei calciatori che saranno vicenti sul campo ma perdenti nella vita. E la vita è quello che conta.

La nota positiva è che siamo a una svolta, perché il tempo della Storia è scoccato e questa fase, quella dei bambinoni è finita e si sta svoltando. Con il massimo sollievo di chi era rimasto a costruire invece che nascondersi.

Speriamo che questo porti poi anche a una maggior condivisione del binomio scuola-campeggio in tenda, perché sarebbe un ritorno al futuro; uno dei tanti di questo ultima fase storica.

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