Viva il Camper, abbasso il Camper

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Umberto Agliastro Viva il Camper, abbasso il Camper

di Umberto Agliastro

Guardo con curiosità i pezzi TV di Luca Stella ed ora che mi sono abituato, li aspetto. I suoi “pizzini” Tv evitano al settore il “qualunquismo” ed invitano esplicitamente alla riflessione.

I primi mesi del 2018 il settore ha goduto di numerose “Fiere” che avranno sicuramente garantito visibilità e spinta alle vendite con buoni incrementi, se applicate le percentuali di APC.

Il tutto per vendere circa 240/300 mezzi nuovi in più nell’anno.

Investimento importante perché la sede di queste fiere è la dove il mercato del nuovo pesa circa il 75% del totale ( fino all’Emilia Romagna compresa), mentre l’usato pesa meno del 60% . Quasi come se la filosofia dell’usato, e quindi del mercato Plain Air, fosse abbandonato al fai da te dell’utenza.

Nel brano Tv dove si parla di Maurilio Cipparone direttore di 2C Caravan e del mercato del 1979, va ricordato che in quell’epoca non c’era il Mercato, ma tutto era “lavori in corso”, laboratorio di ricerca dove confluivano il coraggio dei rivenditori, le ricerche delle case fra cui Arca e Laverda, una miriade di piccoli allestitori armonizzati dall’impegno di case automobilistiche quali Lancia, Fiat, Mercedes, Citroen, Volkswagen, ecc (basta ricordare la varietà delle meccaniche di allora). A tutto questo si assommava un’utenza impreparata, eterogenea per età, non colta ma piena di idee e sogni. Il riferimento di Luca Stella alla Multipla la dice lunga. Allora le fiere di settore, per certo, si spingevano fino a Napoli.

Luca Stella ci parla di un mondo un po’ ingessato dove lo zoccolo duro è rappresentato da un “cliente storico” che stenta a diventare “nuovo cliente”, dove si gioca fra “acquirente” e “consumatore”. Dimenticando che il fenomeno è integrato nel businness fra i più produttivi d’Italia: “il Turismo”.

Per troppi anni si è pompato il concetto che solo il camper assolve a vacanza intelligente e libera come alternativa a qualcosa, immettendo sul mercato mezzi che non superano la media di 3-4000 Km l’anno con lunghe (e costose) stasi in depositi a volte non adeguati. I campeggi storici sono diventati “lunga-sosta per caravans” (che fanno da tappo a questo mercato), o villaggi tutto compreso che non vivono più di 3-4mesi estivi con obblighi di prenotazione o minimo di permanenza.

Le tende scivolano verso filosofie d’uso che tradiscono la loro origine.

Si dimenticano i giovani: da piccoli sempre “gestiti” (si accompagnano alla piscina, al basket, al calcio, al catechismo, ecc.) a danno della loro autonomia. La famiglia moderna sempre più adulta ed a volte “allargata”, non perde l’aggancio con le famiglie d’origine. Sempre meno il giovane vive liberamente passando molto tempo a testa china su smartphone o tablet, ultimo baluardo per il gusto alla libertà. Anche suicamper quante teste chine anziché stimolarsi con paesaggi o con condivisione di mete!!!

Luca Stella asserisce che un camper non è un mezzo economico, è un investimento e non il gioioso comprare di un giocattolo privo di una finalità chiara e motivata.

Prima di comprare un camper o altro, bisognerebbe valutare quali forme di viaggio siano le più idonee al sogno reale e là dove vi sia un adolescente………………che di lì a poco potrà vivere l’Erasmus in modo più autonomo…..e forse con più soddisfazione.

Il vivere del PleinAir consente molti esercizi del vivere sociale stimolati da grandi opportunità di esperienze dirette, sul campo. Ad esempio il vivere in un campeggio potrebbe essere esercizio al cohousing, che, in un paese che invecchia, potrebbe essere una risorsa visto che in italia il cohousing è considerato scelta economica e non sociale…

Ma questo è un altro discorso, che ci obbligherebbe a riconsiderare il settore come “laboratorio di ricerca”, come lo interpretava Maurilio Cipparone nel 1979!!!

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