La storia narra di una azienda del settore, gioiello della manifattura italiana, che entra improvvisamente in crisi, a tal punto da rischiare seriamente il fallimento, o così almeno è come pare leggendo i quotidiani di questi giorni.
Tecnoform è una azienda serissima e di grande prestigio, nata nel 1965 come fornitore per marchi che erano all’epoca all’avanguardia nel settore caravan, come l’olandese Kip e le francesi Caravelair e Digue.
Da sempre dunque votata all’internazionalizzazione e alla specializzazione, tant’è che nel corso degli anni è divenuta simbolo di eccellenza non solo per i veicoli ricreazionali, camper o caravan che siano, ma anche nella nautica di lusso.
Ma allora come si giunge al punto di parlare di fallimento?
Possibile che la crisi del comparto camper possa aver portato a questo punto?
Le cronache parlano difatti di crisi del settore camper che c’è, è evidente, sotto gli occhi di tutti, ma si tratta di qualcosa di già visto: questo comparto, non da oggi ma almeno dal 1962, cioè prima che Tecnoform nascesse, vive si picchi di crescita dovuti a problematiche esterne e poi cali improvvisi. Nulla che non si sia già visto e, semmai, in forme più gravi di questa.
Ecco quindi una possibile chiave di lettura. Secondo fonti attendibili, la problematica va ricondotta al tentativo di insediare uno stabilimento produttivo negli Stati Uniti d’America che pare non abbia mai portato a una vera e propria produzione ma drenato soldi in modo cospicuo.
Quindi un investimento errato che ci riporta alla memoria altri, in quella direzione. Come quello del colosso Caravans International, al tempo gruppo quotato alla Borsa di Londra e con stabilimenti in cinque continenti e, a rileggere la storia di quel caso, pare di leggere la medesima, identica storia, con l’unica avvertenza che sono cambiati i nomi degli attori.
La crisi tecnoform pone a rischio il lavoro a 137 dipendenti, oltre che portare a ripercussioni sui costruttori che si rivolgono all’azienda bolognese per le forniture.
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Tecnoform possibile una crisi così grave?
La storia narra di una azienda del settore, gioiello della manifattura italiana, che entra improvvisamente in crisi, a tal punto da rischiare seriamente il fallimento, o così almeno è come pare leggendo i quotidiani di questi giorni.
Tecnoform è una azienda serissima e di grande prestigio, nata nel 1965 come fornitore per marchi che erano all’epoca all’avanguardia nel settore caravan, come l’olandese Kip e le francesi Caravelair e Digue.
Da sempre dunque votata all’internazionalizzazione e alla specializzazione, tant’è che nel corso degli anni è divenuta simbolo di eccellenza non solo per i veicoli ricreazionali, camper o caravan che siano, ma anche nella nautica di lusso.
Ma allora come si giunge al punto di parlare di fallimento?
Possibile che la crisi del comparto camper possa aver portato a questo punto?
Le cronache parlano difatti di crisi del settore camper che c’è, è evidente, sotto gli occhi di tutti, ma si tratta di qualcosa di già visto: questo comparto, non da oggi ma almeno dal 1962, cioè prima che Tecnoform nascesse, vive si picchi di crescita dovuti a problematiche esterne e poi cali improvvisi. Nulla che non si sia già visto e, semmai, in forme più gravi di questa.
Ecco quindi una possibile chiave di lettura. Secondo fonti attendibili, la problematica va ricondotta al tentativo di insediare uno stabilimento produttivo negli Stati Uniti d’America che pare non abbia mai portato a una vera e propria produzione ma drenato soldi in modo cospicuo.
Quindi un investimento errato che ci riporta alla memoria altri, in quella direzione. Come quello del colosso Caravans International, al tempo gruppo quotato alla Borsa di Londra e con stabilimenti in cinque continenti e, a rileggere la storia di quel caso, pare di leggere la medesima, identica storia, con l’unica avvertenza che sono cambiati i nomi degli attori.
La crisi tecnoform pone a rischio il lavoro a 137 dipendenti, oltre che portare a ripercussioni sui costruttori che si rivolgono all’azienda bolognese per le forniture.
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