In Spagna i camperisti causano malcontento. Il costo dello smaltimento rifiuti e il rumore gravano sui residenti, mentre i campeggiatori sfruttano i vuoti normativi che consentono soste libere al limite della legalità.
E’ autunno, tra poco inverno, e con l’inizio della stagione invernale il clima in centro e nord Europa sta diventando sempre più freddo, ecco perciò che numerosi campeggiatori si riversano sulla Costa Blanca in Spagna per svernare. Ma l’afflusso di veicoli ricreazionali porta con sé notevoli problemi, sia per i residenti che per gli stessi utilizzatori. L’attenzione si concentra soprattutto su comunità come Orihuela Costa e Torrevieja, dove i parcheggi improvvisati causano ripetutamente conflitti tra residenti e camperesti.
Gli abitanti si lamentano della spazzatura e dell’inquinamento acustico
Un esempio della tensione è un parcheggio vicino al centro commerciale Zenia Boulevard a Orihuela Costa. Ora è conosciuto dal popolo dei turisti itineranti come parcheggio per camper, così viene citato in numerose applicazioni dedicate, sebbene non sia assolutamente vero.
Eppure, grazie a queste informazioni errate, proprio lì si radunano regolarmente fino a 30 camper, il che disturba i residenti delle zone circostanti. Il motivo principale sono le cataste di rifiuti che si accumulano nella zona, con olezzi che si propagano dalla loro decomposizione, e lo smaltimento poco chiaro delle acque reflue.
Denunce si registrano anche nel quartiere residenziale Mar Azul di Torrevieja. Sebbene il governo della città abbia vietato il campeggio proprio lì, le aree di parcheggio private sono state ufficiosamente trasformate in una sorta di campeggi abusivi. L’amministrazione comunale minaccia azioni legali per fermarne l’uso illegale, sperando che i camperisti comprendano che non è possibile nemmeno per loro vivere in condizioni del genere. Finora però il problema rimane irrisolto.
Il vuoto normativo tra parcheggio e campeggio
Un nucleo del conflitto risiede nel vuoto normativo che apre un varco tra le Leggi spagnole: mentre è consentito parcheggiare i veicoli ricreazionali negli spazi pubblici, il campeggio è vietato se non negli spazi autorizzati, ossia nei campeggi veri e propri.
Ma i campeggi della zona, come il Marjal Resorts Costa Blanca, sebbene propongano tariffe competitive, vengono evitati accuratamente da coloro che vogliono assolutamente e unicamente sostare in libera e, qui il problema, campeggiare in quei luoghi, cosa proibita.
Da un lato dunque i camperisti che rifiutano di pagare il campeggio e quindi si fermano in zone libere per sostare ma in realtà campeggiano, dall’altra gli abitanti dei quartieri residenziali e le tensioni crescenti con le autorità locali.
La soluzione: più aree sosta camper e campeggi
L’associazione di quartiere “Unidos por la Costa” chiede da tempo la costruzione di aree di sosta comunali per i camperisti. Realizzazioni di questo genere potrebbero ridurre il campeggio selvaggio, offrire tranquillità ai residenti e allo stesso tempo generare entrate aggiuntive attraverso le tariffe di utilizzo. Anche perché, non si comprende bene come mai, ma molti camperisti del nord Europa sono convinti che in Spagna le Leggi non si rispettino come a casa loro, anzi, si possano tranquillamente non rispettare, tant’è che la frase “se devo rispettare la LEgge me ne sto a casa” è frequente tra di loro.
Il boom dei campeggi dimostra che sono urgentemente necessarie piazzole più regolamentate per soddisfare le esigenze dei campeggiatori senza compromettere la qualità della vita dei residenti locali.
Alcuni politici locali suggeriscono di prendere esempio dal recente provvedimento del Ministero del Turismo italiano in merito alle aree di sosta camper comunali.