“Sono donna, quindi posso parcheggiare senza pagare il ticket: è un mio diritto”: è vero, è legge, e lo Stato ti difende I Segui il ‘simbolo’: posto riservato a zero euro
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“Sono donna, quindi posso parcheggiare senza pagare il ticket: è un mio diritto”: è tutto vero, è legge, e lo Stato ti difende. Cosa devi fare per riuscirci? Semplice. Segui il ‘simbolo’: posto riservato a zero euro.
Il parcheggio auto è un problema atavico che ci toglie il sonno. Non importa che tu viva in una grande città o in un piccolo paese: trovare un posto libero dove lasciare l’auto è diventato un incubo quotidiano.
È una di quelle battaglie moderne che ogni automobilista affronta con pazienza, rassegnazione e un pizzico di fortuna. Perché, diciamolo chiaramente, parcheggiare oggi è quasi un’arte.
La scena è sempre la stessa: giri intorno al quartiere, sperando che qualcuno esca proprio in quel momento. Ti fermi, guardi negli specchietti, e poi?
E poi, quando finalmente vedi un buco tra due auto, comincia la missione impossibile: entrare senza toccare nessuno, senza graffi. E se possibile, senza pagare. E quando succede? Mai.
E devi pure pagare, ma non sempre
In verità, non è vero. Esiste una categoria di persone che ha un piccolo vantaggio quando si tratta di parcheggiare. E no, stavolta non si tratta dei disabili — che hanno già diritto a posti riservati e regolamentati per legge — bensì delle donne. Sì, hai letto bene. In diverse città italiane (e non solo), stanno nascendo sempre più spesso parcheggi “rosa”, ossia stalli riservati esclusivamente alle donne. A prima vista può sembrare una forma di favoritismo o addirittura una misura “sessista” al contrario, ma la motivazione è in realtà molto seria: la sicurezza.
Questi parcheggi, infatti, non sono pensati per agevolare la guida o la manovra, bensì per garantire maggiore protezione nelle ore serali o nei luoghi poco frequentati. Gli stalli rosa si trovano di solito vicino agli ingressi di centri commerciali, ospedali, stazioni o parcheggi sotterranei, in aree ben illuminate e facilmente sorvegliate. L’obiettivo è ridurre il rischio di aggressioni o situazioni di pericolo, offrendo alle donne — soprattutto se incinte o con bambini piccoli — un’opzione più sicura e comoda.

Le donne hanno posti riservati e non pagano il ticket
Il Codice della Strada riconosce questi parcheggi come posti riservati alle donne in gravidanza o con figli fino a due anni d’età, ma molte amministrazioni locali hanno scelto di estendere la possibilità d’uso anche ad altre categorie femminili per motivi di sicurezza. Per utilizzarli, serve spesso un contrassegno speciale (chiamato “permesso rosa”), rilasciato dal Comune di residenza.
Chi occupa uno di questi stalli senza averne diritto può essere multato: le sanzioni variano da 41 a oltre 160 euro, a seconda della città.
Al di là della questione normativa, l’iniziativa dei parcheggi rosa apre anche un dibattito culturale: da un lato c’è chi li considera un segno di civiltà e attenzione sociale, dall’altro chi li giudica una forma di discriminazione positiva che, di fatto, separa uomini e donne in uno spazio pubblico.
