Sempre noi, parliamone…

Sempre noi, parliamone…

A seguito dell’editoriale “Sempre noi, quando il campeggio fa bene“, abbiamo ricevuto il commento di un lettore di Newscamp, Antonio Alessi, a cui si è deciso di rispondere in modo più completo qui. Egregio Direttore,con uno stile letterario “sui generis”, è riuscito a descrivere con efficacia una vera storia d’amicizia (o d’amore ?). Vista la sua giovane età non credo si possa parlare di una storia d’altri tempi. Forse la velocità dei cambiamenti, l’accelerazione impressa dai progressi tecnologici, i valori fondativi mutati in così breve tempo possono farlo pensare. Si era più genuini, più battaglieri perchè si coltivava un desiderio, un sogno che volevamo si trasformasse in realtà.Dissento su un punto, laddove dice “l’unione è da deboli, e un debole più un debole fa due deboli”. Forse, sotto sotto, coltiva sogni di onnipotenza? Senza tanti discorsi: se si mettono insieme un cieco ed uno zoppo fanno due deboli? Quanta strada possono percorrere senza inciampare! In fondo la società si fonda sulle relazioni, in quel mettersi insieme per raggiungere obiettivi comuni, assecondando le aspirazioni di ognuno.Questo viene fatto con caparbietà, con spirito guerriero, con il credere in se stessi come Lei ha ben descritto. Aggiungo con onestà: così dovrebbe essere.Cordiali salutiAlessi A. Carissimo Antonio, grazie per le sue riflessioni ed ecco il mio contributo.
Le storie di amicizia sono sempre storie d’amore, soprattutto tra persone di sesso differente. In questo caso potremmo assolutamente parlare di metafisicità, nel senso che va al di là, si va oltre. Quindi nulla di ciò che materialmente potrebbe lasciare supporre ma è meglio così, mi creda. Perché i veri affetti si vedono nei momenti limite della propria vita e io lo scorso agosto, quando ero in bilico tra la vita e la morte, ho avuto delle anime belle accanto e certamente una di quelle era la persona in fotografia; nulla era dovuto, nulla era richiesto, non c’erano obblighi ma lei era lì. Ben oltre qualsiasi storia che, dopo i primi momenti di esaltazione, potrebbe poi sfociare nella noia. E una grande prova di amicizia, le situazioni al limite servono anche questo, delle grandi prove in cui si capisce chi veramente c’è e chi invece finge di esserci. Lei scrive “Si era più genuini, più battaglieri perché si coltivava un desiderio, un sogno che volevamo si trasformasse in realtà”. Come darle torto? Se non è troppo, vorrei scomodareCesare Musatti, il quale un giorno invitato a lanciare un messaggio ai giovani, disse: “Che cosa debbo dire ai giovani? Restate giovani, non fatevi ingannare”. Carissimo Antonio, anche noi come già fa lei stiamo provando a restare giovani, a non farci ingannare. Lei poi dissente su un punto, laddove io scrivo “…l’unione è da deboli, e un debole più un debole fa due deboli…” e si domanda se non sia un palese caso di onnipotenza. Onnipotenza? Ebbene, rispondo secco: sì, lo è. E’ onnipotenza nella misura in cui lo dicevaDon Milani: “Siate ambiziosi” e i progetti alti, portano inevitabilmente a fissare degli obiettivi ambiziosi. Alla base una scelta onnipotente c’è, anche se poi, è vero, se uno si ritiene onnipotente troppo spesso, allora diventa un caso da neurodeliri, ma fintanto che consente di fare piccoli o grandi passi, perché no?

Sull’esempio del cammino tra un cieco e uno zoppo, le confesso che ho dovuto riflettere molto, perché l’ho interpretato in vari modi. Ecco il mio punto di vista.
L’unione, per non essere tra deboli, dovrebbe essere tra persone indipendenti, capaci di camminare anche da sole e non già tra persone che si uniscono perché carenti. Dobbiamo cercare negli altri, io penso, non già un appoggio, un’ancora di salvezza, proprio perché si tratta di persone, non di cose; negli altri dobbiamo trovare l’esaltazione di un percorso comune, che però potremmo effettuare anche da soli. Un po’ come il sale d’ammonio e l’acido nitrico, che hanno una loro validità come elementi di per sé ma che assieme producono una miscela esplosiva quale il nitrato d’ammonio. In ultimo una considerazione, ha notato il campeggio alla fine di cosa ci sta portando a discorrere? Non trova tutto questo comunque sia assolutamente e positivamente incredibile?