Salone del Camper, quando i fondamentali sono quelli giusti

Salone del Camper, quando i fondamentali sono quelli giusti

Lettera aperta a Maurizio Ciacchella, Show Manager de Il Salone del Camper CarissimoMaurizio Ciacchella, scrivo a te questa pubblica lettera ma interpretala in modo estensivo, ovvero rivolta per conto tuo a tutto ilpool organizzativodeIl Salone del Camper. L’intervista che hai concesso aNewscamp(qui) merita più di un punto di approfondimento e di riflessione, difficile farne una sintesi senza con questo banalizzare qualche aspetto. Nella trattazione discorsiva si passa dalcamper style, all’Agorà, la nuova piazza che funge da area incontro, al Salone del CamperAward, per valorizzare know how ed innovazione. E ci si ferma così alle prime righe. Per non parlare dell’implementazione diPercorsi e Mete, perché se iveicoli ricreazionaliservono per andare, è importante anche avere prospettive sul dove e così via. Una lunga trattazione che ha come punto focale la famiglia e i visitatori in genere. Perché vedi, questo è a mio avviso uno dei segreti della formula de Il Salone del Camper che lo rendono unico nel panorama delle fiere nazionali di settore a livello europeo continentale: l’essere stati capaci di mettere al centro il visitatore, vero protagonista della manifestazione e senza il quale, va da sé, che ci staremmo tutti quanti a fare? Credimi non è questione da poco, visto che gli esempi passati non avevano questo indirizzo e troppe manifestazioni nazionali altrove, pur avendo nei comunicati stampa il visitatore posto al centro, poi non riescono a tramutare la letterina di buoni propositi in realtà. Si dirà che non è facile. E chi dice che lo debba essere, però se voi ci riuscite vuol dire che seppur nella difficoltà, è possibile. Il Salone del Camper è al suo secondo anno reale, visto che il primo è da definirsi “anno zero”, perché come tutto nella vita ha bisogno di rodaggio. Eppure pian piano in alcuni aspetti, velocemente in altri (perché tra il dire e il fare c’è di mezzo la burocrazia, i tempi, le possibilità e tanto altro), alla fine la manifestazione parmense ha una sua precisa identità, una sua vocazione peculiare e un suo modus operandi che ne fanno nei numeri la seconda in Europa, ma nell’anima la prima. Ecco perché rileggendo l’intervista, era doveroso prima di tutto sottolineare questo aspetto e secondariamente, ma solo per ordine cronologico, evidenziare i grandi sforzi che avete compiuto e la crescita nell’organizzazione che si vede, di anno in anno. E, tu mi insegni, finché ci sono spazi di crescita non si è morti, ma vivi e per fare bisogna pure godere di ottima salute. Maurizio Ciacchella, ti prego, continuate così, certi come siamo che la strada è quella giusta, a tutto beneficio del comparto perché se è vero come è vero che una fiera deve lanciare segnali, il primo, il più importante lo avete lanciato con questa intervista: ci siete, siete sul pezzo, determinati e professionali come e più di sempre. Altro da chiedervi, francamente, diventa secondario, visto che questi sono i fondamentali.