Rod Stewart Amy Belle e il nostro settore

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Rod Steward Amy Belle e il nostro settore

di Luca Stella

Pensatela come volete ma Rod Stewart è uno dei miei idoli musicali. Vabbè diciamo che non è di quelli freschi freschi, non è un ventenne, però non mi interessa la cosa, mi piacciono le sue canzoni, i testi, le musiche.

Prima lo riascoltavo in una versione particolarissima di “I don’t want talk about her” alla Royal Albert Hall del 2004. Una versione speciale, perché con lui c’è Amy Belle, cantante scozzese.

Road Stewart l’aveva conosciuta poco prima in metropolitana, lui era un viaggiatore, lei cantava lì con il suo gruppo. L’ha vista e ha pensato che aveva i numeri che essere con lui sul palco e ha funzionato.
Ecco, se qualcuno mi chiedesse di descrivere il nostro settore, ha gli occhi, il sorriso e l’imbarazzo di Amy Belle sul palco davanti a un colosso come Rod Stewart.

Perché noi siamo così, il nostro settore è questo: per molte località siamo ritenuti perfetti, però noi comunque ci scherniamo, siamo pudici, pensiamo che sì, è vero, in fondo siamo una bella opportunità, però ce ne sono tante altre di meglio.

E invece no, Rod Stewart ci spiega, dal palco, che non è così, che lui è un grande, un serio professionista, non un pirletta qualsiasi e se ha deciso che Amy Belle avrebbe funzionato più e meglio di chiunque altra, significava che era così che doveva andare ed è andata.

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