Rivoluzione autovelox: via al censimento nazionale,

autovelox-newscamp

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Rivoluzione autovelox: scatta il censimento nazionale, e le multe sono nulle se non sono registrati. Un vero censimento in tutto il territorio. I dispositivi vanno segnalati entro sessanta giorni, scaduti i quali, senza registrazione, sono fuorilegge.

Questo vuol dire che le multe saranno considerate nulle, annullabili: grossi guai per i Comuni: la percezione, è che si andrà incontro a una pioggia di ricorsi.

Piazzare un autovelox in strada non è più sufficiente: il nuovo portale del Ministero delle Infrastrutture cambia la storia con una grande novità.

Una specie di “registro ufficiale degli occhi elettronici” che costringe Comuni, Province e Regioni a tenere fede ad un vincolo temporale molto stringente.

Come dicevamo, 60 giorni per iscrivere il dispositivo nell’elenco: indicando tutto. Marca, modello, ubicazione, documentazione tecnica.

Censimento nazionale: tutti gli autovelox vanno registrati

Chi resta fuori, il 30 novembre, dovrà fare i conti con la realtà. Quei rilevatori saranno fantasma: multare con dispositivi non registrati sarà un azzardo, e sul piano giudiziario suonerebbe come un autogol, con verbali che potranno essere dichiarati nulli. La norma mira a accentuare la trasparenza e il rispetto per l’automobilista: per molte istituzioni si traduce però in una corsa contro il tempo.

Il censimento nasce da un emendamento collocato nel Decreto Infrastrutture 2025: tutti gli strumenti preposti a misurare la velocità dovranno essere inseriti e catalogati sulla piattaforma telematica nazionale del Ministero. Non è una opzione, ma un dovere: senza la registrazione, l’autovelox è considerato nullo, spento, e le multe sono “invisibili”.

autovelox fissi - newscamp
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Omologazione o approvazione

C’è tuttavia un dubbio non pienamente sciolto: “omologazione” o “approvazione”? Il Codice della Strada, all’articolo 142, sostiene che solo i dispositivi omologati hanno valore probatorio. Molti tribunali hanno cassato verbali emessi con dispositivi  solo “approvati” ma non omologati, chiarendo che l’approvazione ministeriale non corrisponde all’omologazione tecnica.

Nel 2024 la Cassazione ha confermato questa tendenza, dando via libera a una marea di ricorsi. La nuova procedura ora ‘rischia’ di alimentare questa tendenza. Cosa cambia per gli automobilisti? Come detto, la trasparenza. La piattaforma permetterà di consultare mappe e registri dei dispositivi e se il nome dispositivo non la multa potrà essere cancellata. E anche per i vari autovelox “in lista”, si potrà pretendere la prova dell’omologazione che sarà comunque necessaria a priori.