Era il 1979, un anno importante per Peugeot che presentò al Salone dell’Auto di Parigi la sua nuova ammiraglia, la 505. Un’auto importante perché andava a sostituire un autentico mostro sacro delle grandi berline, quella 504 che in alcune nazioni, come l’Argentina e la Nigeria resterà in produzione fino al 2000 e al 2005, rispettivamente.
Non solo, quell’anno la casa del leone presentò anche il suo nuovo pick-up su base proprio della 504 e per dimostrare le doti di versatilità, incaricò il carrozziere Heuliz di superare sé stesso, interpretando un nuovo veicolo ricreazionale, certamente più un camper che una cellula, sulla base proprio del pick-up.
Inutile dire che l’occasione era troppo ghiotta e il bravo Heuliez non se la fece di certo sfuggire ed ecco che al medesimo Salone venne presentata la Peugeot 504 “Loisirs”.
Heuliez doveva tenere conto di alcuni parametri molti rigidi, come le dimensioni compatte, la libertà nell’utilizzo di materiali innovativi ma fino a un certo punto perché comunque sebbene prototipo, un prezzo indicativo doveva averlo e non poteva essere stratosferico, e inoltre doveva non ispirarsi alla Matra Simca Rach, che debuttò solo due anni prima, con una interessante versione che proponeva un letto matrimoniale.
Ed ecco quindi la sua creatura con cellula in vetroresina, ispirata certamente alle creazione dell’epoca del costruttore britannico Autosleeper, di cui ricalca anche alcune soluzioni stilistiche, come la chiusura della finestratura laterale posteriore e il color panna.
Il vetro anteriore ricorda molto quelli che giungeranno poi nel segmento dei semintegrali con il pomposo nome di “sky roof”. La dotazione di serie prevedeva anche il blocco cucina.
Da ricordare, in nome della versatilità e del poter andare ovunque, che il motore adottato era il famoso Indénor XD88 di 1948 centimetri cubici e con 57 cavalli DIN di potenza; un motore che ai più non dirà molto se non che è il più popolare e diffuso in Africa e Sud America. Visto che si tratta di un veicolo per il tempo libero, destinato ai viaggi, meglio viaggiare con una meccanica nota e che chiunque può riparare, non importa sotto quale cielo.
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Peugeot 504 Loisirs il futuro nel passato
Era il 1979, un anno importante per Peugeot che presentò al Salone dell’Auto di Parigi la sua nuova ammiraglia, la 505. Un’auto importante perché andava a sostituire un autentico mostro sacro delle grandi berline, quella 504 che in alcune nazioni, come l’Argentina e la Nigeria resterà in produzione fino al 2000 e al 2005, rispettivamente.
Non solo, quell’anno la casa del leone presentò anche il suo nuovo pick-up su base proprio della 504 e per dimostrare le doti di versatilità, incaricò il carrozziere Heuliz di superare sé stesso, interpretando un nuovo veicolo ricreazionale, certamente più un camper che una cellula, sulla base proprio del pick-up.
Inutile dire che l’occasione era troppo ghiotta e il bravo Heuliez non se la fece di certo sfuggire ed ecco che al medesimo Salone venne presentata la Peugeot 504 “Loisirs”.
Heuliez doveva tenere conto di alcuni parametri molti rigidi, come le dimensioni compatte, la libertà nell’utilizzo di materiali innovativi ma fino a un certo punto perché comunque sebbene prototipo, un prezzo indicativo doveva averlo e non poteva essere stratosferico, e inoltre doveva non ispirarsi alla Matra Simca Rach, che debuttò solo due anni prima, con una interessante versione che proponeva un letto matrimoniale.
Ed ecco quindi la sua creatura con cellula in vetroresina, ispirata certamente alle creazione dell’epoca del costruttore britannico Autosleeper, di cui ricalca anche alcune soluzioni stilistiche, come la chiusura della finestratura laterale posteriore e il color panna.
Il vetro anteriore ricorda molto quelli che giungeranno poi nel segmento dei semintegrali con il pomposo nome di “sky roof”. La dotazione di serie prevedeva anche il blocco cucina.
Da ricordare, in nome della versatilità e del poter andare ovunque, che il motore adottato era il famoso Indénor XD88 di 1948 centimetri cubici e con 57 cavalli DIN di potenza; un motore che ai più non dirà molto se non che è il più popolare e diffuso in Africa e Sud America. Visto che si tratta di un veicolo per il tempo libero, destinato ai viaggi, meglio viaggiare con una meccanica nota e che chiunque può riparare, non importa sotto quale cielo.
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