di Umberto Agliastro
La Fiera di Parma quest’anno non l’avevamo programmata. Poi, in fase di rientro, ce la siamo trovata sul percorso. Sosta e rapida visita.
Una sorpresa le nuove concessionarie e tanti giovani fra gli addetti ai lavori. Un sapore nuovo al servizio di un industria che attraverso i dati di APC, Associazione Produttori Camper e Caravan, gode di ottima salute, grande capacità di comunicazione ed ottime prospettive. Per loro l’Europa non è una scelta ma una naturale conseguenza. A farmi riflettere le tante famiglie in visita in un Lunedì in altri anni poco frequentato. Idee chiare verso i prodotti esposti fossero caravan o camper. A sorprendermi la dimensione del mezzo cercato: grande ed adatto al nucleo familiare, spesso di più figli. Mi sono convinto che il marketing da 10 anni ha costruito un nuovo utente: qualità di vita abbinata ad una gestione del tempo libero, grazie alle strutture che in questi dieci anni si sono create. Inoltre, un utilizzo del territorio più responsabile.
Non più il camprerista lamentoso della mancata sosta ma il camperista responsabile con progetto di viaggio. Non più un uso prettamente estivo, ma un utilizzo più dilatato per la migliorata comunicazione delle tante iniziative turistiche che settimanalmente vengono proposte in tutta Italia. Grazie ai concessionari ed alla APC che, scesa in campo con un formidabile ufficio stampa, svolge azione di prospezione sul territorio e di fidelizzazione verso il consumatore. Insomma sensibilizza il territorio al Plein Air e prepara l’utente verso una nuova cultura d’uso del territorio.
Questo è necessario perchè il fai da te di una volta era, detto in romanesco : “…indo cojo, cojo…” che vuol dire “mi arrangio”. E la stampa non di settore è pronta alla critica con ampi articoli a descrivere gli abusi e le facilonerie. L’ultimo caso la sosta camper estemporanea sorta vicino allo Zoo di Roma (http://www.ilgiornale.it/news/roma/camper-e-roulotte-villa-borghese-ecco-camping-capitale-1600707.html) . Altri utilizzi impropri sono in estate le soste di camper ammassati all’inverosimile usate come campeggi in zone di mare nella tolleranza del gestore, del vicino di sosta e delle Autorità che chiudono due occhi ai rubinetti di acque grigie semiaperti ed ad altro. Un metodo arcaico di un plein air che andrà scomparendo per l’esigenza al decoro dei nuovi mezzi ma anche per il continuo sorgere di nuove aree di sosta automatizzate con regole ben dichiarate… …e per una rinnovata e giovane utenza!!!
Penso proprio che a tutto questo vi sia il contributo giovanile percepito alla Fiera di Parma. Come non ricordare una giovane signora che nella voglia di cambiare stile di tempo libero cercava il “camper” come novella Diogene, del giovane responsabile dello Stand Citroen Type H, che prodigo di competenza ed entusiasmo verso la clientela , alla fine della giornata, aspirapolvere in mano rassettava lo stand per il giorno dopo. Ed un saluto alla bravissima Sara, laureata, con targhetta Dall’Aglio che, nella squadra di Luca Mercatucci, sapeva far innamorare dei mezzi Chasson.
Per altri esempi mi affido al direttore Luca Stella che ne ha già monitorati diversi.
Si, morto il plein air, viva il plein air!!!
Morto il Plein Air, Viva il Plein Air!
di Umberto Agliastro
La Fiera di Parma quest’anno non l’avevamo programmata. Poi, in fase di rientro, ce la siamo trovata sul percorso. Sosta e rapida visita.
Una sorpresa le nuove concessionarie e tanti giovani fra gli addetti ai lavori. Un sapore nuovo al servizio di un industria che attraverso i dati di APC, Associazione Produttori Camper e Caravan, gode di ottima salute, grande capacità di comunicazione ed ottime prospettive. Per loro l’Europa non è una scelta ma una naturale conseguenza. A farmi riflettere le tante famiglie in visita in un Lunedì in altri anni poco frequentato. Idee chiare verso i prodotti esposti fossero caravan o camper. A sorprendermi la dimensione del mezzo cercato: grande ed adatto al nucleo familiare, spesso di più figli. Mi sono convinto che il marketing da 10 anni ha costruito un nuovo utente: qualità di vita abbinata ad una gestione del tempo libero, grazie alle strutture che in questi dieci anni si sono create. Inoltre, un utilizzo del territorio più responsabile.
Non più il camprerista lamentoso della mancata sosta ma il camperista responsabile con progetto di viaggio. Non più un uso prettamente estivo, ma un utilizzo più dilatato per la migliorata comunicazione delle tante iniziative turistiche che settimanalmente vengono proposte in tutta Italia. Grazie ai concessionari ed alla APC che, scesa in campo con un formidabile ufficio stampa, svolge azione di prospezione sul territorio e di fidelizzazione verso il consumatore. Insomma sensibilizza il territorio al Plein Air e prepara l’utente verso una nuova cultura d’uso del territorio.
Questo è necessario perchè il fai da te di una volta era, detto in romanesco : “…indo cojo, cojo…” che vuol dire “mi arrangio”. E la stampa non di settore è pronta alla critica con ampi articoli a descrivere gli abusi e le facilonerie. L’ultimo caso la sosta camper estemporanea sorta vicino allo Zoo di Roma (http://www.ilgiornale.it/news/roma/camper-e-roulotte-villa-borghese-ecco-camping-capitale-1600707.html) . Altri utilizzi impropri sono in estate le soste di camper ammassati all’inverosimile usate come campeggi in zone di mare nella tolleranza del gestore, del vicino di sosta e delle Autorità che chiudono due occhi ai rubinetti di acque grigie semiaperti ed ad altro. Un metodo arcaico di un plein air che andrà scomparendo per l’esigenza al decoro dei nuovi mezzi ma anche per il continuo sorgere di nuove aree di sosta automatizzate con regole ben dichiarate… …e per una rinnovata e giovane utenza!!!
Penso proprio che a tutto questo vi sia il contributo giovanile percepito alla Fiera di Parma. Come non ricordare una giovane signora che nella voglia di cambiare stile di tempo libero cercava il “camper” come novella Diogene, del giovane responsabile dello Stand Citroen Type H, che prodigo di competenza ed entusiasmo verso la clientela , alla fine della giornata, aspirapolvere in mano rassettava lo stand per il giorno dopo. Ed un saluto alla bravissima Sara, laureata, con targhetta Dall’Aglio che, nella squadra di Luca Mercatucci, sapeva far innamorare dei mezzi Chasson.
Per altri esempi mi affido al direttore Luca Stella che ne ha già monitorati diversi.
Si, morto il plein air, viva il plein air!!!
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