“Mi spiace, ma non posso farti salire a bordo”: VIETATO IL PASSAGGIO AUTO I Sei sei gentile, ti freghi con le tue mani: la legge ti costringe, pensa alle tasche, lasciarli tutti a piedi

passeggeri - newscamp

passeggeri - newscamp

“Mi spiace, ma non posso farti salire a bordo”: ecco come risponderebbe oggi, un cittadino, di fronte alla richiesta di dare uno ‘strappo’. No, è vietato. Stop al passaggio auto.Sei sei gentile, ti freghi con le tue mani: la legge ti costringe, pensa alle tasche, lasciarli tutti a piedi.

Le auto, per definizione, sono veicoli destinati al trasporto di più persone. È scritto persino nei manuali e nei documenti tecnici: un’autovettura è un mezzo progettato per spostare non solo il conducente, ma anche i passeggeri.

Eppure, paradossalmente, sembra che oggi la logica delle regole e dei controlli vada in direzione opposta. Sarebbe a dire? Basta rifletterci.

In molti casi, sembra quasi che qualcuno voglia impedire di avere a bordo altre persone, come se l’auto fosse un luogo da vivere in solitudine.

Tra burocrazia, sanzioni e interpretazioni restrittive, il confine tra un gesto di cortesia e una potenziale infrazione si è fatto sottile. In che senso?

Non dare alcun passaggio, rischi di essere punito

Basti pensare ai controlli sui passaggi non dichiarati, alla confusione tra car pooling e trasporto “abusivo”, o alle regole sulle assicurazioni che, a volte, sembrano fatte per scoraggiare chiunque dal condividere il proprio viaggio.

Eppure, fino a pochi anni fa, “dare un passaggio” era un gesto normale, quasi spontaneo: accompagnare un collega, un amico o un vicino era un modo di vivere la socialità e l’economia quotidiana. Oggi invece, tra vincoli normativi e paure di sanzioni, sembra quasi un atto da ponderare con attenzione. È come se si fosse perso il senso originario dell’automobile: un mezzo di condivisione e mobilità, non un guscio individuale chiuso nel traffico.

passeggeri in auto - newscamp
passeggeri in auto – newscamp

Ecco perché non puoi dare passaggi auto

Ci sono poi i casi limite: quando un conducente viene fermato e sottoposto a controlli solo perché trasporta più persone, o perché l’uso del veicolo viene frainteso come attività a scopo di lucro. Situazioni che generano frustrazione e diffidenza, come se ogni spostamento dovesse essere giustificato. Il paradosso è evidente: da un lato lo Stato incoraggia la mobilità sostenibile, il car sharing, il risparmio energetico; dall’altro, sembra complicare la vita a chi prova semplicemente a condividere un tragitto. Si parla tanto di ridurre le emissioni e il traffico, ma poi si penalizzano proprio quei comportamenti che potrebbero favorire una mobilità più intelligente e solidale.

Per andare ancora più nel merito, però, c’è un caso evidente in cui il passaggio auto, per ovvietà palese, non può e non deve essere dato. Si tratta del famoso caso dell’autostop che viene legalmente vietato se ci si trova in autostrada, o in prossimità delle stesse o di rampe o immissioni simili. Logicamente, in questi casi, a rischio è l’incolumità delle persone stesse e la regolarità del traffico stradale.