“Lei non sa chi sono io”: è vero, e per questo TI SBATTO IN GALERA I Ufficiale, LEGGE del 110 I Altro che lode: rischio per la “sicurezza pubblica”

forze dell'ordine - polizia - carabinieri - newscamp

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“Lei non sa chi sono io”: una frase che spesso palesa un ego smisurato ma, in questo caso, parla di una legge che ‘capovolge’ il senso. Se non si sa chi sei, vieni punito. Ti sbattono in galera: è la legge del 110. Altro che lode.

A rischio la “Sicurezza pubblica”. Sì, perché è così: ogni giorno, quando mettiamo piede fuori casa, anche solo come pedoni o ciclisti, siamo chiamati a rispettare le regole del Codice della Strada.

Quel complesso di norme che regola la convivenza civile e la sicurezza sulle strade, spesso odiato da chi guida, è in realtà la nostra salvezza, spesso.

Non si tratta solo di guidare nel modo corretto, ma anche di conoscere e rispettare tutte le disposizioni che tutelano noi stessi e gli altri. Eppure?

Tra gli articoli più significativi, uno spesso trascurato ma di grande importanza è l’articolo 110 del Codice della Strada. Ma perché lo si ignora? E cosa rappresenta?

Legge del ‘110’, cosa dice il Codice della Stada

Questo articolo riguarda la correttezza dei comportamenti e delle attestazioni legate alle patenti di guida e ai documenti ufficiali. In poche parole stabilisce che chiunque dichiari il falso o utilizzi documenti falsificati o alterati in relazione a patenti, certificati di idoneità, abilitazioni alla guida o altri titoli rilasciati dagli uffici della motorizzazione, commette un reato punibile per legge.

Questo principio, apparentemente scontato, è invece essenziale per garantire che ogni conducente sulla strada sia realmente abilitato, preparato e consapevole delle proprie responsabilità.

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Ecco a cosa vai incontro se lo fai

Pensiamoci un attimo: un documento falsificato o un esame “aggiustato” non sono soltanto una truffa burocratica, ma un pericolo concreto per la collettività. Significa permettere a qualcuno di guidare un veicolo senza possedere le competenze necessarie, esponendo chiunque a rischi enormi. È per questo che la normativa è severa e prevede sanzioni pesanti, sia penali che amministrative, per chi si rende protagonista di simili comportamenti.

Ma l’articolo 110 non riguarda solo chi mente: tutela anche chi agisce in buona fede, garantendo che la trasparenza e la legalità del sistema restino integre. Gli uffici preposti ai controlli, come la Motorizzazione Civile o le forze dell’ordine, hanno quindi un ruolo fondamentale nel vigilare sull’autenticità dei documenti e sull’effettivo possesso dei requisiti richiesti. Rispettare il Codice della Strada, in fondo, non significa solo non passare con il rosso o non superare i limiti di velocità. Vuol dire anche comportarsi con onestà, correttezza e senso civico in ogni fase legata alla guida: dal momento in cui si ottiene la patente, fino a quando si circola ogni giorno. Dunque, la legge del 110 va a colpire chi ‘non si identifica’. Altro che ‘lei non sa chi sono io’, altro che lode: si finisce in galera.