La Sardegna senza curiosità non la si scopre

La Sardegna senza curiosità non la si scopre

Negli anni ’60Civitavecchiaera una sorta di “Finis Terrae“, la rivista “Mondo Sommerso” parlava dellaSardegnacome oggi certi documentari parlano di terre distanti migliaia di chilometri. A scuola si studiavaGrazia Deledda, ma la Sardegna proprio non la si conosceva. L’arrivo adOlbia, di mattina presto, ti faceva sentire esploratore più che viaggiatore. Prima di osservare ti sentivi osservato. L’isola di Tavolaraun mostro dominante con strane storie di asine pazze. ACala Gononec’erano leFoche Monacheed in giro per l’isola leTestudo Marginate(letartarughe), imuflonierano stanziali sull’isola diMolara, le “gnacchere” ( lePinne Nobilis) si trovavano a due metri di profondità, la pescosità era straordinaria… Golfo Marinellanon aveva tradizioni turistiche, era coltivata e vissuta da quei contadini che in pochi anni vendettero le loro terre a chi poi costruì laCosta Smeralda. E questa , piaccia o non piaccia, è stato lo spartiacque tra un mondo ed un nuovo mondo. Un cammino di 50 anni che ha portato la Sardegna ad essere meta agostiana agognata, spesso eccessivamente usurata, a volte superficialmente valuta, senza quei tempi di approfondimento che consentano la percezione del cambiamento e la cucitura tra vecchio e nuovo. Per evitare che ilcamperistaabbia come unico racconto quello dei divieti di sosta in agosto o pretenda dall’isola realtà usa & getta, lo invito a visitare questo sito:http://www.comune.santantioco.ca.it/cms/il-bisso/chiara-vigo.html. Potrà avere riferimenti di cultura locale, di storia, di tradizioni, di favole, di un mondo che, se approfondito , lascerà un bagaglio di splendidi ricordi. La Sardegna , meno esplicita dellaSicilia, senza curiosità non la si scopre.