La Ricetta della Nonna e il Governo della Paura

Governare con la Paura. E’ stato questo il tema di un colloquio avuto recentemente con uno dei top in fatto dimarketingecomunicazioneche l’Italia può onorare di ospitare sul proprio suolo,Marco Morini. Si discuteva proprio di come incutendo paura e ipotizzando scenari apocalittici si costringono le persone a fare quello che si vuole. Affermare poi che questa sia l’attuale fase politica ed economica italiana o mondiale sarebbe un errore colossale, perché in realtà così è da sempre in tutto il mondo, a qualsiasi latitudine e sotto qualsiasi forma di governo. Non una certezza ma bensì un dubbio che solo poi l’analisi storica a distanza di almeno due decenni può confermare o smentire. E allora che fare? Come crearsi una sorta di vaccino che garantisca l’immunità da questo che rimane un pericolo se non una certezza? Bene, la risposta c’è ed è sempre la solita, ovvero, ponderare benissimo i propri passi, sia quando pare che le cose vadano bene così come quando le cose paiono vadano verso il tetro. Poidiffidareda chi vede luci in fondo al tunnel visto che se è vero come è vero che quella luce non è detto che sia l’uscita ma potrebbe anche essere il faro di un treno che ci viene contro, è sacrosantamente vero anche che non è detto che siamo poi realmente nel tunnel così come vogliono farci credere. E allora, ponderando bene i propri passi, l’antidoto resta sempre quello e prendendo a prestito ciò che Virgilio disse a Dante nell’Inferno ricorderei: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Quindi andare avanti, confermando le pianificazioni in tema diviaggie, in senso lato, di vita privata e pubblica. Uscire dal proprio rifugio composto da un metro quadrato di terrore, comportarsi come se nulla fosse, visto che la sola certezza che possiamo avere è che non possiamo essere certi che le tinte siano così fosche o chiare come si vorrebbe far credere e andare verso il proprio destino. La ricetta è questa. Si vive certamente meglio, si evita di essere alla mercé ora di questo e ora di quello e magari ci si ricorda anche di come, per esempio, ilnostro settore, abbia vissuto il suomomento d’oronegli anni ’70, quando, a favore dei più giovani e di chi ha la memoria corta, l’Italiaera in pienaemergenza terroristica, di ogni colore ideologico, si circolava con iminiassegniperché le casse statali erano vuote come mai prima e dopo, e per pagare gli stipendi lo Stato doveva dare in pegno le riserve auree allaGermania. La pressione fiscale sugli italiani era ben oltre il 57% nominale (quella reale di più e di tanto), con il prezzo della benzina che in un solo giorno passò da 300 lire al litro a 400 (oggi sarebbero 4 euro e 51 centesimi, tanto per chiarire il concetto) e l’inflazione era a due zeri con il primo che troppo spesso era il numero 2. Quel periodo, quello sì tetro e oscuro, disperato e terribile, ha visto le personevivere, andare avanti e pianificare la propria vita nonostante tutto e, forse, a dispetto di tutto. Quindi, andare per la propria strada, procedere non curandosi troppo delle tinte troppo fosche che magari c’è chi ha interesse a disegnarle è quello che all’epoca si faceva. Se volete, chiamatela pure “la ricetta della nonna” e come tutte le ricette della nonna non è detto che poi siano proprio tutte da buttar via.