La Crisi e la Massaia di Voghera

La Crisi e la Massaia di Voghera

Direttore, leggendo i suoi ultimi editoriali suNewscamplei insistiva tanto con il messaggio “attenzione, in Italia la crisi è finita” e io mi stupivo. Due settimane passate poi l’OCSElancia un documento che dice le stesse cose: in Italia la crisi è finita nel primo semestre 2012, oggi il problema è laPAche non paga. Ma lei come faceva a saperlo? Carissimo Carmelo, intanto grazie perché dimostra di essere lettore attento. Io credo che compito di Newscamp non sia quello ci cavalcare le onde o di fare da megafono delle fanfaronate altrui, altrimenti avremmo scritto, per esempio, a fine giugno che non c’era alcunatrattativa Trigano-SEA, o che ilCaravan Salon 2012è stato un successo, così come il successivoCMTdiStoccarda. Con il mercato tedesco in seria difficoltà (tranne che nelle statistiche) con che coraggio avremmo potuto scrivere ciò che era evidente? Questo però non fa di noi degli oracoli o, peggio, dei semi-Dei. Siamo umani e possiamo sbagliare anche noi, ma rivendichiamo l’onestà intellettuale di dire la nostra, basandoci sulle nostre fonti, che talvolta attingono alvero giornalismo, come nella trattativa Trigano-SEA, altre volte a pure e banali osservazioni che chiunque potrebbe fare. Ma forse manca il tempo. Che in Italia questa non sia crisi è evidente, come ha anche ribadito l’OCSE e, visto che lei cita il rapporto,eccolo qui. Chiunque potrà leggere e comprendere come quegli indici economici non sono da nazione in crisi ma da nazione bloccata causauno che non pagae mi riferisco alloStato, capace com’è quando deve pretendere dai suoi cittadini, di esigere in maniera anche violenta, ma poi di non essere altrettanto severo quando è lui chiamato a restituire in termini economici alla collettività. Additare come brutti, sporchi e cattivi gli evasori fiscali, per esempio, potrebbe anche starci, se non fosse che il primo a esserlo è proprio lo Stato. In questi giorni cito sempre l’esempio di un professionista che vende salami. Se chi vende le siringe agli ospedali non vede onorato il pagamento, come potrà costui poi comperarsi il salame? Ed ecco che l’economia si blocca. Esempio banale ma esaustivo della problematica. Che poi si usi la parola “crisi” è perché è molto comoda. La crisi, converrà caro Carmine, è qualcosa simile al fato, all’evento che trova tutti colpevoli e quindi nessun colpevole, un “Che vogliamo farci? E’ la crisi…”. Balle, qui gli italiani devono imparare a chiamare gli eventi con il loro nome, questa non è crisi, l’OCSE conferma, ma è un blocco totale causato dal fatto che lo Stato non onora gli impegni presi. Ci mandasseroEquitaliaa pignorare case e beni dei Ministri, degli Assessori, dei Presidenti del qualsiasi Ente e poi vedrà se non pagano. E non mi si dica che non si può, visto che nelle Democrazie compiute è prassi consolidata. Con che coraggio uno Stato usa la forza coercitiva contro i propri cittadini quando deve esigere e non identica severità quando deve pagare? Anche perché i soldi in realtà ci sono, e anche il dire che pagando si aumenta ilrapporto deficit/ PILè tipico di chi parla senza sapere e per sapere, mi creda, non bisogna essere professori universitari, basta accendere un attimino il cervello. LaMassaia di Voghera, notoriamente sveglia e senza laurea o Master, non si fa fregare.