Il web, le autobombe, le mie prigioni e Nobel

Il web, le autobombe, le mie prigioni e Nobel

“Ilweb? Fa più danni di unaautobomba”, questa la frase che impazza su molti quotidiani, detta da un importanteuomo politico euro-asiatico. Una frase che dice tutto e non dice nulla. Non dice nulla perché ognistrumento di comunicazionenon è né positivo, né negativo in sé, come qualsiasi cosa nella vita, perché dipende dall’utilizzo che se ne fa. Pronunciarla in occasione pubblica è come ammettere una sorta di impotenza, ammettere il proprio disagio per quello che non si comprende. Eppure laStoriaè pregna di prese di posizioni simili. Pensiamo solo all’italicoSilvio Pellicoche scrisse il libro “Le Mie Prigioni”, considerato dalMetternichun evento peggiore del perdere una battaglia. Il libro fu dato alle stampe nel 1832, non c’eraTwittere nemmenoFacebook, la rete era solo quella dei pescatori, non si parlava ditelevisioneo diradio, eppure pare proprio che la reazione fu identica a quella date alleagenzie di stampanel 2013. Errore considerare il websalvificoomalefico, tipico di un pensiero debole, di persone che hanno bisogno di credere a un totem che li traghetterà verso un mondo più giusto o, forse peggio?, nel grande male assoluto, perché loro, Santi, non hanno mai torto e se qualcosa procede senza che la capiscano significa che non va bene. Daneurodeliriin entrambi i casi. Per comprendere appieno che un evento, il web in questo caso, non è negativo o positivo in senso assoluto ma a seconda dell’uso che il singolo individuo ne fa basterebbe ricordare il grandeAlfred Nobel, padre delPremio scandinavoma anche delladinamite. Egli, infatti, la inventò per agevolare il lavoro deiminatorinelle profonde gallerie nel sottosuolo, eppure divenne l’arma più nuova e terribile dellaPrima Guerra Mondiale. Dunque la dinamite non è buona o cattiva a prescindere, ma a seconda dell’uso che ne fa l’umano. Concetti banali, basilari, eppure ancora oggi c’è chi prende posizione in modo assolutistico. Perché invece di scappare o abbracciare il web senza se e senza ma, non si accende il cervello e si comprende fino in fondo che essendo umano, creato da umani e gestito da umani, come tutto al mondo ha potenzialità e limiti, entro i quali diventa una opportunità incredibile. Una opportunità contemporanea perché il web non è altro che il giornale quotidiano al suo apparire, la radio al suo apparire, la televisione al suo apparire. Che noia leggere e sapere delle stesse identiche reazioni da parte del pensiero debole. E giusto per lasciarci con una suggestione dei bei tempi che furono, ecco cosa scrisseWolfgang Goethenel 1790 sull’Italia. Sembra oggi, nulla è cambiato. Rileggersi la Storia forse ha un senso per comprendere il presente senza farsi troppe inutili illusioni o delusioni che poi è lo stesso: L’Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere nelle strade, ancora/ truffe al forestiero, si presenti come vuole./ Onestà tedesca ovunque cercherai invano, c’è vita e animazione qui,/ ma non ordine e disciplina; ognuno pensa per sé, è vano, / dell’altro diffida, e i capi dello Stato, pure loro, pensano solo per sé