Il nuovo turismo alla prova Carnevale

Il nuovo turismo alla prova Carnevale

“Viva i coriandoli di Carnevale,bombe di carta che non fan male!Van per le strade in gaia compagniai guerrieri dell’allegria”. CosìGianni Rodaricanta in poesia il “suo”carnevale, perché, sia pure tra crisi, preoccupazioni, difficoltà, paure, ansie siamo arrivati al mese più pazzo dell’anno ed è giusto scriverne. Un carnevale diverso, quello che ci apprestiamo a vivere, ma anche molto più consapevole della realtà delle cose e della necessità di essere un tantino più seri anche nel momento delle burle e delle maschere. Ilturismoha bisogno del carnevale, non solo per le tantemanifestazioniche mette in campo, per i sapori e gli odori che offre, per la moltitudine di persone che sa muovere, ma anche, o forse soprattutto, perché questa è la festa della diversità del nostroPaese, della sua capacità di coinvolgere la gente ed anche di creare i presupposti per sinergie vere che fanno molto bene all’industria del tempo libero e quindi all’economia italiana. E’ sufficiente recarsi nelborghi, anche nei più piccoli, per vedere una moltitudine di volontari all’opera, che si danno da fare per ricreare antiche tradizioni, ma anche per innovarsi e per proporle, con qualche novità, ai turisti ed alla popolazione.Perché il carnevale rappresenta una “festa vera” nella quale usi, costumi, tradizioni, momenti di vita, di cultura si uniscono in una grande festa di popolo. Rappresenta, questa festa, l’esaltazione della capacità di trasformarsi per offrire una realtà diversa, ma non posticcia delle nostre città. Non mi riferisco solo ai “grandi carnevali” quelli che occupano pagine deigiornalie spazi intelevisione, ma anche a quelli piccoli, egualmente interessanti, identicamente importanti per il loro intrinseco valore e per la capacità di saper creare sinergia con il mondo produttivo e con quello culturale d’ogni località, anche della più piccola. Cosìenogastronomia,arte,ricordi,tradizionisi sposano e formano un insieme in grado di coinvolgere le persone, di appassionarle, di far rinascere quella voglia di “turismo genuino” che anni di posticcio e di virtuale avevano cercato, invano, di cancellare.Certo, la crisi batte e le preoccupazioni sono forti: ma chi ha detto che il carnevale è solo allegria? E’ anche presa di coscienza, capacità di mettersi in discussione, elemento d’approfondimento sociologico e culturale per una comunità. Il turismoall’aria apertadi questo è assolutamente conscio e é per questo che da sempre ha nel carnevale il proprio momento d’avvio e di ripresa dopo le feste di fine anno.Tra le mimose che fioriscono e le maschere che impazzano, iveicoli ricreazionalisi muovono in spazi nuovi, alla ricerca delle novità, ma anche del riconoscimento pieno della funzione che svolgono: un valore aggiunto per l’economia nazionale in grado di aiutare il settore a riprendersi su basi nuove, più concrete, assolutamente meno posticce. Allora il carnevale non è solo il “carpe diem” d’Orazioche invita a godere “del giorno che passa, confidando meno che puoi nel domani”, ma diviene un elemento per costruire quel “nuovo turismo” che poi altro non è che il riconoscimento della funzione del territorio in tutte le sue stagioni, in tutti i suoi momenti reali di vita.