“Fai finta che non ricordi niente: così non paghiamo nulla”: MULTA auto ADDIO, ecco la tecnica del ‘NONNO SCORDARELLO”

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“Fai finta che non ricordi niente: così non paghiamo nulla”: una frase che, detta tra i denti, rischia di portare qualcuno fuori pista. Quale pista? Quella della legalità: legata, soprattutto, alle multe auto. Eppure?
Eppure, questa tecnica, che non tutti conoscono, sembra essere quasi al confine tra corretto e scorretto, legale e illegale. sarebbe a dire?
Stiamo parlando di quella che alcuni hanno definito come la strategia del ‘nonno scordarello’, per dirla in modo gergale. Oppure, della ‘amnesia’ dei guidatore.
Si tratta di un concetto molto semplice, a dire il vero. Una procedura, una strada che, se intrapresa, comporta da un lato rischi, ma dall’altro presunti vantaggi.
Quali? Il primo è relativo all‘annullamento di una multa e, soprattutto, della perdita di punti per la patente. Per capire, serve un passo indietro.
Addio multa, se non ti ricordi nulla non ti possono fare nulla
“Fai finta che non ricordi niente: così non paghiamo nulla”. Sembra una battuta, una delle tante strategie furbe che si sentono nei bar o tra amici quando si parla di multe, ma in realtà nasconde un fondo di verità giuridica. Quando arriva una sanzione stradale, infatti, la legge è molto chiara su chi deve risponderne. Tuttavia, esistono dei casi limite, e uno di questi riguarda proprio le auto intestate a terzi, magari a un familiare, come un nonno, un genitore o un parente anziano.
Immaginiamo il caso classico: il nipote guida la macchina del nonno, entra in una ZTL o passa davanti a un autovelox e viene immortalato. La multa, naturalmente, arriverà all’intestatario del veicolo, cioè al nonno. A quel punto, secondo il Codice della Strada, egli è obbligato a comunicare all’autorità chi era alla guida al momento dell’infrazione, così che la sanzione – e l’eventuale decurtazione dei punti – venga correttamente attribuita al vero responsabile.

E se il nonno non lo ricorda davvero?
Ecco che entra in gioco il caso più curioso: la “mancata memoria”, o come qualcuno la definisce ironicamente, “l’amnesia difensiva”. Se il proprietario del veicolo dichiara di non essere in grado di ricordare chi fosse alla guida e riesce a dimostrarlo in modo credibile, allora la legge non può punirlo per l’omessa comunicazione dei dati del conducente. Non si tratta di una scappatoia, ma di una condizione prevista: nessuno può essere obbligato a dichiarare ciò che non sa.
Ovviamente, tutto sta nella veridicità della dichiarazione. Se l’amnesia è palesemente inventata, si rischia una denuncia per falsa dichiarazione. Ma se il soggetto – come un anziano con problemi di memoria o una persona realmente in difficoltà nel ricostruire i fatti – riesce a documentare la propria condizione, allora la sanzione non può essere applicata. Il risultato? Nessuno paga la multa per omessa comunicazione, e soprattutto nessuno perde i punti. Certo, la multa originaria resta, ma la responsabilità personale della guida svanisce.