Esportare Cervelli, Importare Calciatori

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esportiamo cervelli importiamo calciatori

di Luca Stella

Un Venerdì qualunque, di quelli come tanti, ad Harlow Town, in piena Contea di Essex, a metà strada o quasi tra l’aeroporto di Stansted e quella Liverpool Street che per molti turisti significa l’aver raggiunto la città di Londra.

Sarebbe dovuto essere un Venerdì qualunque, di quelli passati ad esplicare formalità lavorative, come il recarsi in banca, dal commercialista, all’ufficio postale per pagare la tassa di circolazione delle auto aziendali, le tasse e spedire il biglietto di auguri per il compleanno di Monica Magli.

Eppure, ciò che è accaduto è stato per molti versi sorprendente e, come sovente accade, ciò che sorprende lo fa sia in maniera positiva che negativa.

Il positivo è stato quando, giunto alla cassa numero 2, dell’Ufficio Postale di Harlow Town, la gentile addetta esplica le formalità in modo professionale, come mi sarei atteso. Poi, cade l’occhio su quel biglietto di auguri e sul fatto che Ozzano Emilia è in Italia. Anzi, no, per quella gentile signorina era in Emilia Romagna e attacca a parlare con perfetto accento modenese.

Si schermisce, spiega che è lì perché a Modena non ci sono occasioni di lavoro.

Una bella sorpresa perché mi ha stupito trovare una italiana in un posto così lontano dalle solite direttrici del turismo e del traffico. Eppure, uscito dall’ufficio postale la positività di quell’incontro si trasforma in amarezza e la domanda sorge spontanea: perché in Italia continuiamo a esportare cervelli e importare calciatori?

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