Due anni dopo

Due anni dopo

di Vittorio Costantini“Riflessioni sul nostro settore… …due anni dopo” Ho notato, non senza una certa sorpresa, che un mio vecchio articolo di oltre un paio di anni fa (Crisi e riflessioni… di Assocamp,ndr), e da me quasi dimenticato, è recentemente tornato nella casella dei “i più letti” su questa rivista (misteri dei lettori di Newscamp…); ma la cosa che mi ha ancora più profondamente colpito è che purtroppo tutte le perplessità, le problematiche e le criticità sul mercato che furono da me espresse in quello stesso articolo, si sono, e ripeto purtroppo, pienamente manifestate e verificate;   la cosa evidentemente non poteva essere indolore per tutti gli attori del nostro mercato: produttori o distributori che siano. A questo punto, senza voler riprendere analiticamente tutti gli aspetti trattati a suo tempo e con l’auspicio di non essere definito Guru del settore, mi azzardo a tracciare, ancora una volta, un’ analisi per le prossime stagioni. In effetti il mercato si è molto ridotto, ha molto stornato in questi ultimi anni, e quindi quei numeri che definii “drogati”, oggi non esistono più. Si è già assistito ad una sensibile riduzione delle capacità produttive, così come di strutture commerciali (e forse ancora non del tutto terminata). Ci si potrebbe aspettare quindi che ora ci sia aria di ripresa . Questo, purtroppo, non mi sento affatto di dirlo; se è vero infatti che il mercato è oggi molto più “leggero” e “reale” di allora, è anche vero che non sussistono, o personalmente non le ravvedo, condizioni per una rapida risalita verso i numeri di solo pochi anni fa. E ciò beninteso non è affatto legato al singolo nostro settore, le cui potenzialità e validità cercherò di descrivere, ma da un ciclo economico generale ed italiano in particolare, che dopo decenni , a dir poco, di leggerezza e trascuratezza sul fronte della finanza pubblica, è costretto ora a fare i conti con uno scenario di investitori internazionali radicalmente mutato, più diffidente, prudente e quindi senz’altro più difficile. Il nostro sistema pubblico si vedrà in futuro costretto , per bene che vadano le cose (ed anche escludendo quindi lo spettro del default generale), a reperire risorse inevitabilmente dal privato, ovvero l’esatto contrario di quello che è avvenuto nell’ultimo trentennio quando si è allargato a dismisura, e poi comunque non contenuto, il debito pubblico nazionale. E ciò senz’altro non potrà favorire i consumi soprattutto di beni durevoli, ma non solo, ai quali il nostro settore è certamente ascrivibile. Voleremo quindi, secondo me, bassi ancora per diversi anni, almeno dal punto di vista meramente quantitativo. Ma tutto ciò non deve lasciare spazio al pessimismo: l’intero nostro settore ha recentemente dimostrato e dimostra ogni giorno, di essere ancora molto amato dagli italiani. Abbiamo assistito al grande e, per certi versi, inaspettato per questi periodi di crisi, afflusso alla recente Fiera di Parma, così come la promozione sui week a noleggio che ha avuto luogo in seno alla stessa manifestazione che ha superato ogni nostra previsione, lasciando spiazzati noi operatori organizzatori. Sentendoci costantemente e confrontandoci con gli operatori che lavorano nella comunicazione e nella carta stampata del settore e anche dai visitatori di questo sito mi sorprendo di come l’interesse sia ancora vivo e vitale. Quindi se il futuro probabilmente non riserverà grosse soddisfazioni numeriche per gli operatori, non è detto che l’utente ne sia penalizzato, anzi. In periodo di vacche magre vale il motto che “la fame aguzza l’ingegno,” quindi ci sarà una ricerca ed uno sforzo maggiori per le aziende che rimarranno sul mercato, per offrire veicoli sempre più idonei e validi per l’utenza e non come accadeva fino a pochi anni or sono lo sfornare mezzi di ogni sorta solo per far numero e gonfiare (o almeno tentare) irrealistici fatturati aziendali . Inoltre anche dal punto di vista dell’investimento (tradizionale punto di forza del camper) anche in questi tempi non facili il veicolo ricreazionale ha dimostrato tutta la sua validità e non deludendo ne’ tradendo i propri possessori. La buona tenuta del mercato dell’usato ha fatto sì che anche nel caso in cui l’utente fosse stato costretto a liberarsi del proprio veicolo (ivi incluse ragioni strettamente economiche) questi abbia potuto farlo con relativa facilità e soddisfazione economica cosa che non sempre si è potuta dire anche per altri settori (quali nautica, moto, auto ecc.). Ogni giorno nella mia esposizione entrano ancora decine e decine di clienti o interessati. Certamente i reparti più frequentati sono il noleggio, la ricambistica, gli accessori; vivace rimane pure la richiesta per l’usato, e considero tutti questi segnali incoraggianti di un interesse mai sopito come un fuoco che cova sotto le ceneri. Meno battuto è sicuramente il reparto dei veicoli nuovi e personalmente non mi illudo che questa tendenza, come spiegato, possa invertirsi molto presto, ma, chissà …a risentirci tra due/tre anni , con la mia viva speranza di essere, stavolta, smentito dai fatti.