Il core business di CBE, da oltre 40 anni, è l’impiantistica elettrica a 12 e 230 Volt della cellula abitativa dei veicoli ricreazionali. I produttori di camper europei ed extraeuropei sanno che CBE è un partner tecnico prezioso in grado di produrre sistemi elettrici affidabili, funzionali, con un design moderno e in grado di soddisfare ogni esigenza in relazione alle utenze elettriche installate. E questo suddiviso anche tra modelli entry level o altri più sofisticati. Non sorprende quindi il fatto che CBE abbia lanciato una nuova gamma di prodotti con un sistema di comunicazione LIN BUS in grado di dialogare sia con device CBE che di altri produttori.
«Abbiamo deciso di aggiungere una gamma di prodotti di nuova generazione: ogni componente sarà diverso e non intercambiabile con gli elementi dei sistemi attuali» racconta Paolo Moiola, coamministratore delegato di CBE «È un taglio netto con la nostra attuale produzione. La prima decisione da prendere era la scelta del protocollo di trasmissione. Tecnicamente, in alcuni casi, poteva essere meglio il CAN BUS, che l’automotive predilige. Poiché parte del nostro settore si era già orientato verso il LIN BU anche noi abbiamo deciso di adottare questo sistema creando un protocollo specifico per CBE dedicato a tutti i nostri apparecchi e che abbiamo chiamato CL-BUS (CBE LIN BUS)».
Niente paura: CBE assicura che manterrà in produzione anche i prodotti attuali e che la sostituzione completa richiederà del tempo. Un tempo necessario non solo alla clientela, ma anche alla stessa CBE che dovrà progressivamente raggiungere il livello di ottimizzazione dei costi, così come è stato raggiunto in precedenza su prodotti che sono sul mercato da un decennio. Per il momento è una tecnologia destinata principalmente ai veicoli di fascia media e medio-alta, dove ci sono svariate apparecchiature elettroniche potenzialmente interfacciabili. Per i veicoli di fascia bassa, i nuovi prodotti non sono ancora così competitivi a livello di prezzo come gli analoghi prodotti entry level.
“Il punto focale per il nostro cliente OEM – dice ancora Paolo Moiola – è che i nostri nuovi sistemi sono simili alla gamma tradizionale di moduli a 12 Volt, pannelli di comando, caricabatterie, sonde, nodi per la gestione di luci dimmerate, ma hanno in più la possibilità di potersi connettere a mondi esterni. Cioè di inglobare la gestione di periferiche non CBE all’interno del sistema CBE, parzialmente o totalmente. Abbiamo creato un sistema aperto, poiché, a nostro giudizio, non esiste nel nostro settore, né a livello europeo né mondiale, una direzione chiara di quale sarà il protocollo del futuro. Così abbiamo deciso di creare un prodotto che è tecnologicamente predisposto anche per altri standard, preparandoci quindi a potenziali ulteriori sviluppi.
In questo modo abbiamo sviluppato un sistema con un design innovativo, che lascia libertà di azione sia a noi come fornitori, sia al nostro cliente sulle attività collegate a questa connettivity. E in futuro sarà il costruttore a decidere quale direzione seguire e noi saremo un prezioso partner tecnico. CL BUS, infatti, è stato sviluppato per poter essere interfacciato con altri protocolli esistenti, anche non LIN BUS.”.
L’utente finale, naturalmente, potrà interfacciarsi con l’impianto attraverso diversi device come smartphone o tablet. Il pannello di controllo non andrà comunque in pensione, perché lo smartphone potrebbe non funzionare o essere scarico. Per questo il pannello rimarrà un elemento necessario, anche se dovesse servire solo come unità di controllo secondaria.
È proposto anche in versione semplificata, con il led al posto dei display, soluzione comunque molto diffusa visto che il 75% dei camper prodotti in Europa hanno i led, non il display. Il sistema è equipaggiabile con il bluetooth, che però non è un elemento necessario al suo funzionamento.
«Abbiamo ridisegnato e reingegnerizzato tutta la gamma dei prodotti – aggiunge Dorian Sosi, coamministratore delegato – “È un vero salto generazionale. Abbiamo iniziato già le installazioni con dei select customers e siamo pronti a livello di supply chain per partire con la produzione. Il nostro reparto R&D ci sta lavorando da lungo tempo perché un cambiamento di questo tipo non poteva essere preso alla leggera. Per noi è una vera rivoluzione e volevamo che fosse il meno traumatica possibile anche per i nostri clienti. Per questo il nuovo sistema nasce per essere espandibile anche con protocolli che potranno essere introdotti in futuro, senza che il cliente debba modificare i codici del prodotto. Naturalmente la nuova gamma sarà integrabile anche con apparecchi AL-KO selezionati, che sono sempre più diffusi e tecnologici. L’appartenenza di CBE al gruppo AL-KO non può che ampliare gli scenari di possibile connettività con apparecchi di altre aziende del Gruppo”.