di Luca Stella
Il campeggio La Batteria a Bisceglie è da quarant’anni un punto di riferimento per la città e per il mondo del campeggiatori, dei camperisti e dei caravanisti. Mondo vero visto che si sono registrate presenze proveniente dalla Cina, dall’India e da ogni dove.
Ricordo che trattasi di uno dei primissimi campeggi comunali in Italia e deve il suo curioso nome alla ex base militare durante il secondo conflitto mondiale, dove alloggiarono le batterie per la contraerea.
Il sito fu poi acquistato nel 1957 dal Ministero della Difesa, per merito del lungimirante sindaco dell’epoca, Umberto Paternostro da cui prende il nome il litorale lungo il quale è situata la struttura ricettiva.
Nei decenni questo campeggio ha visto susseguirsi intere generazioni di turisti itineranti, di ogni ceto sociale, che premiavano il fatto che fosse una struttura senza chissà quale animazione o servizio a cinque stelle, proprio perché era pubblica, quindi del cittadino e a beneficiarne doveva essere la cittadinanza biscegliese.
Solo un incompetente potrebbe oggi sostenere che non vi fu nei decenni scorsi e non ci sia oggi una strettissima correlazione tra turismo che acquista massicciamente nei negozi della città pugliese e il campeggio.
Certo la speculazione ha sempre puntato sul prenderlo per trasformarlo in città quale campeggio di lusso, togliendoli perciò due benefici che erano di utilità sociale indiscussa: permettere a chiunque, di qualunque ceto di beneficiare del soggiorno e di garantire sicure entrate economiche alle realtà commerciali cittadine.
Peggio, perché i dati ci dicono oggi che tutto queste strutture campeggistiche di lusso o comunque differentemente strutturate rispetto a questo campeggio, sono in Italia in numero maggiore rispetto all’offerta; e la Puglia non fa eccezione.
Oggi possiamo godere di un campeggio che, al 27 di ottobre era pieno di turisti, di provenienza estera che premiano il coraggio e la lungimiranza di Giuseppe ed Erika che stoicamente lo stanno tenendo aperto e di una pubblica amministrazione cittadina che ha capito come sia meglio rinunciare a qualche banconota in più per avere un turismo meno glamour forse, e sottolineo forse, ma certamente che riversa migliaia e migliaia di euro nelle casse delle imprese cittadine.
Mi auguro che in futuro questa sensibilità, intelligenza e lungimiranza del governo cittadino vengano riconosciuti pubblicamente in ben altro luogo perché a Roma devono sapere che in Puglia c’è chi ragiona con la calcolatrice e con il cuore e non con il velleitarismo di maniera.