Buon 2011

E dopo le feste…un nuovo anno! Difficile dire se sarà migliore o peggiore, se la crisi economica e quella monetaria, se la decadenza dei costumi e lo sfrangiamento sociale subiranno nei prossimi dodici mesi delle inversioni di tendenza…difficile da dirsi, ma da auspicarsi. Intanto, in mezzo alle luci delle feste, sorbiamoci un po’ d’atmosfera di pace e ragioniamo del futuro…anche se, come sosteneva Lorenzo de’ Medici, “del doman non v’è certezza”. Un futuro destinato, in ogni caso, a modificare certi canoni, a traghettare usi e costumi verso situazioni più morigerate, recuperando quei valori che, da un po’ di tempo, sono rimasti fuori della porta. Sono tanti i sintomi che indicano che la malattia, quando sarà passata, restituirà delle realtà migliori, nelle quale “certi” valori potranno essere recuperati senza correre il rischio di essere derisi da chi li considera sorpassati e demodé. Il turismo all’aria aperta porta dentro di sé questi cromosomi di pulizia ed onestà, mentale ed intellettuale: si tratta di un segmento del tempo libero nel quale la famiglia, la libertà di pensiero, l’assenza di preconcetti svolgono un ruolo importante e ne costituiscono parte fondante. Non può essere diversamente: quando si giunge in un Pese mai visitato, quando si entra nella piazza di un villaggio distante magari qualche migliaio di chilometri dal nostro, lo si fa a mente sgombra, cercando di conoscere, prima di giudicare. E conoscere, prima di giudicare, rappresenta l’essenza dell’uomo e della donna che vogliono guardare avanti, che cercano il nuovo, che non si lasciano coinvolgere da manovre di retroguardia tese solo a difendere l’indifendibile. Il turismo di movimento rappresenta davvero, sotto questo punto di visita, la novità per una società che vuole cambiare e vuole migliorarsi. La libertà di movimento, la capacità di poter scegliere, ma anche la voglia di conoscere, la tolleranza verso gli altri, la forza che dà il rispettare il modo di vivere d’altra gente, anche se diverso dal nostro, costituiscono valori assoluti che fanno del turismo plein air un “unicum” nel suo genere. Nel mio vagabondare col camper ho visitato catapecchie fatte di sterco e città nord europee tecnologiche e linde, ho partecipato a matrimoni in Anatolia ed ho assistito a funerali in Ungheria, ho udito musiche zigane in Romania ed ho ballato in Scozia: in tutti questi casi ho costatato che vi è sempre un minimo comune denominatore, l’uomo, con le sue emozioni, la sua umanità, il suo saper gioire o soffrire nella stessa maniera a qualunque latitudine. Buon Anno, amici che leggete queste righe, con l’augurio che sia davvero un “anno nuovo”, cosci che il nostro modo d’intendere il tempo libero è in grado di apportare elementi di positività sulla strada del recupero morale, economico e sociale. Cosa della quale abbiano una straordinaria necessità.