Area sosta camper comunale di Parma: una storia strana

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di Luca Stella

Giovedì, 30 gennaio, ennesima puntata del programma di successo “dopo il TG”.

Si preannuncia una puntata come tante, ricche di notizie, sebbene senza ospiti seppur invitati. L’argomento è la annunciata chiusura dell’area sosta camper di Parma.

Un’area famosa sia per i turisti itineranti, indipendentemente dalla tipologia di veicolo ricreazionale, sia per quanti hanno parenti che, loro malgrado, soggiornano presso la struttura ospedaliera che è lì, a sole quattro fermate di autobus.

Insomma, questa area, lo sappiamo bene tutti, risponde a due esigenze: quella turistica e quella sociale.

Su quella sociale lasciamo solo immaginare quanto costerebbe un appartamento o una camera di albergo, per non parlare di settimane se non mesi da trascorrere mangiando esclusivamente in ristoranti; ecco perché il camper e la caravan risultano in questi casi non una soluzione ma l’unica soluzione possibile.

Ma tant’è, lo scarno comunicato del Comune di Parma ci informa solo che sarà chiusa dal giorno 5 al giorno 28 di febbraio per lavori, senza specificare, in nome della trasparenza, di quali lavori si tratti, da quando a quando ogni lavoro si svolgerà e, Il va sans dire, l’importo complessivo, quello specifico e le imprese o l’impresa che si è aggiudicata i lavori.

Nulla, zero.

Sappiamo bene, come lo deve sapere un vice-Sindaco che ha la delega al turismo e coloro che vi lavorano, siano essi dirigenti o dipendenti, che quando una area sosta camper con cotanta valenza sia turistica che sociale chiude, anche per qualche giorno e non per un periodo così lungo, comunque il Comune e le sue strutture delegate si premuniscono di indicare l’area sosta alternativa che hanno aperto e che chiuderà un secondo dopo la chiusura dei lavori. Così si fa in tutta Europa continentale, non già in Unione Europea e vuoi che solo l’Amministrazione Comunale di Parma, dove peraltro si tiene il famosissimo “Salone del Camper” non abbia tenuto conto di questo fattore?

Certo, non lo avessero fatto, entrerebbero di diritto nel libro dei primati mondiali, visto che mai si è avuto riscontro di una cosa del genere, sarebbe come se il Sindaco in testa e tutta la giunta dicessero: “cari camperisti e caravanisti chiudiamo l’area e non ne apriamo una provvisoria perché voi ci fate schifo, non vi vogliamo e chi deve andare a trovare parenti in ospedale che restasse a casa”. Ovvio che non è così, sarebbe assurdo, roba da chiedere le dimissioni immediate, senza ma e senza se di chi ha la delega al turismo e avviare una indagine interna. Ma così non è.

Logico che si tratta di un banalissimo e umano errore, il comunicato manca di alcune parti fondamentali semplicemente perché sono rimaste in un file precedente.

Sappiamo bene che l’intelligente Amministrazione Comunale, Sindaco in testa, ha già provveduto e che prima del fatidico giorno 5 verrà reso un comunicato completo di ogni sua parte: localizzazione dell’area che verrà aperta un secondo prima della chiusura dell’attuale e con identiche caratteristiche (carico/ scarico, fornitura corrente elettrica, presidio, servizio igienici) così come le date di inizio e fine di ogni singolo lavoro nell’area che verrà chiusa con descrizione, importo, impresa che si è aggiudicata l’appalto.

Però la puntata nel frattempo è andata avanti e già stanno circolando 5 petizioni nazionali ed una europea per chiederne l’immediata riapertura, un piano per 50 camper e 50 auto e caravan che percorrerebbero a velocità di codice la città di Parma, creando un ingorgo storico, una interrogazione parlamentare e altro.

Insomma, monta la protesta e tutto perché? Per dilettantismo? Perché chi copre un ruolo dimostra di non esserne all’altezza visto il caos mediatico che si preannuncia? No, per un banalissimo comunicato stampa mancante di alcune parti.

Siamo certo che il Sindaco di Parma, il vice-Sindaco con delega al turismo e i dirigenti e dipendenti del dipartimento sapranno rispondere subito alle troppe illazioni che si registrano in giro.

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