Paolo Scudieri, Presidente componenti auto, fotografa la situazione attuale dove gli ordinativi ci sono ma mancano le materie prime. Reindustrializzazione, per lui, è la parole chiave per sbloccare l’impasse.
Sappiamo tutti che le esportazioni delle auto calano, mentre contemporaneamente aumentano gli ordinativi, ordinativi che, sovente, non possono essere evasi dalle case costruttrici per via della mancanza delle materie prime, in particolare di microchip.
L’analisi di Paolo Scudieri, presidente di Anfia, l’associazione italiana dei produttori dei componenti per auto, e numero uno del gruppo Adler, punta i riflettori sul paradosso del settore automobilistico italiano.
In una interessante intervista rilasciata al quotidiano Il Sole 24 Ore, tutta da leggere, Paolo Scudieri suggerisce al Governo di riportare in Italia una serie di produzioni da tempo abbandonate perché non remunerative, ma strategiche per questo comparto, magari nel Mezzogiorno, visto che lì albergano aree produttive, forza lavoro e competenze specifiche.
Assolutamente interessante un passo della sua intervista, dove l’analisi lucida e chiara, esce dall’ambito del comparto per assumere valore assoluto, con parole che ci piacerebbe dette anche da altri che occupano ben diverse posizioni: “siamo coinvolti in una guerra di predominio geopolitico, dove alla mancanza di materie prime si somma anche l’aumento del prezzo dell’energia, del costo dei trasporti e del numero dei contagi in tutta Europa“.