“Aiutatemi, mi hanno investito”: e poi l’attimo dopo resti senza auto I TRUFFA DEL VECCHIO MORIBONDO: ti fregano tutto, ti lasciano in mutande, colpa del tuo buon cuore

patente-anziani-Depositphotos.com- newscamp

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“Aiutatemi, mi hanno investito”: e poi l’attimo dopo resti senza auto. Eccola la cosiddetta truffa del ‘vecchio moribondo’. Ti fregano tutto, ti lasciano in mutande. E alla fine, sembra essere solo ‘colpa del tuo buon cuore’.

“Aiutatemi, mi hanno investito!”. È questa la frase con cui, sempre più spesso, si apre una delle truffe più crudeli e ingannevoli degli ultimi tempi.

La cosiddetta truffa del vecchio moribondo. Un raggiro costruito con freddezza e astuzia, che fa leva sulla sensibilità e sul senso di umanità delle persone per derubarle di tutto, lasciandole letteralmente “in mutande”.

La dinamica è quasi sempre la stessa. Una persona anziana, o un complice travestito da tale, si accascia al centro della strada o nei pressi di un parcheggio.

Fingendo di essere stata investita o di trovarsi in fin di vita, attira la nostra attenzione. Urla, chiede aiuto, invoca soccorso. Chiunque abbia un minimo di coscienza si ferma.

E quando lo fai, perdi tutto quel che hai

Apre la portiera, scende dall’auto, magari corre verso di lui per prestare assistenza. È proprio in quel momento — l’attimo di umanità che dovrebbe fare la differenza — che scatta la trappola.

Mentre il malcapitato si avvicina al “moribondo”, un complice si introduce rapidamente nell’auto lasciata incustodita: bastano pochi secondi per rubare borse, telefoni, portafogli o, nei casi peggiori, fuggire direttamente con la vettura. Quando la vittima si accorge dell’accaduto, è già troppo tardi. La scena si dissolve nel nulla: il finto anziano si rialza miracolosamente e sparisce, mentre il ladro si allontana con la refurtiva.

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Truffa del moribondo, come cavartela

Questa truffa si sta diffondendo in diverse città italiane e, secondo le forze dell’ordine, colpisce in particolare persone di mezza età o anziani, più inclini a fidarsi e ad agire d’istinto per aiutare. La vittima, oltre al danno economico, subisce anche un trauma psicologico: la sensazione di essere stata ingannata proprio nel momento in cui cercava di fare del bene.

Le autorità invitano a prestare la massima attenzione. In caso di situazioni sospette, il consiglio è non scendere mai subito dall’auto. È meglio accertarsi della realtà dei fatti da una distanza di sicurezza e, se si sospetta un’emergenza, chiamare immediatamente il 112 o il 118. I soccorsi arriveranno rapidamente e in modo sicuro, evitando di esporsi a rischi inutili. La truffa del vecchio moribondo è la prova di quanto la malvagità possa travestirsi da fragilità. Colpisce perché sfrutta il lato più nobile dell’essere umano: l’empatia. Ma proprio per questo bisogna imparare a difendersi. Aiutare sì, ma con prudenza. Perché, come ricordano gli esperti, “la vera bontà non è ingenuità, ma consapevolezza”.