Non è una tragedia (e Buon Natale a tutti)

Non è una tragedia (e Buon Natale a tutti)

Scott Fitzgeraldebbe a scrivere: “Datemi un eroe e vi scriverò una tragedia”. Bella frase ad effetto, scritta da uno che ne sapeva del mestiere, ovverocommediografo hollywoodiano. Oggi noi potremmo riscriverla così: “Abbiamo eroi, ma non vogliamo scrivere una tragedia”. In questo modo, stravolgendo la frase e quindi chiedendo scusa al grande Fitzgerald, saremmo più aderenti alla realtà, in senso lato e del settore in senso stretto. Perché se è vero come è vero che la situazione generale e del comparto è difficile, è anche vero che abbiamo uomini e mezzi per combattere e quando si è in guerra, non ci si nasconde, non si piange ma è il momento di combattere e quindi si prende e si va. Bisogna combattere contro ildisfattismo, contro chi adora gliscenari apocalittici, contro chi fa finta che i numeri siano peggiori di quanto lo siano nella realtà, uno su tutti, per esempio, l’immatricolatodicampernuoviedusatinel suo complesso inItaliaè in crescita. Certo, cambia la composizione dell’offerta, ma questo ci sta in un momento in cui i mutamenti sono in atto e, a ben guardare, i mutamenti sono sempre in atto. C’è il compartocaravan, anch’esso interessato da un mutamento nei marchi che più si vendono, rispetto anche solo al recente passato, ma comunque è un mercato che tiene e anzi, tra nuovo immatricolato con omologazione europea e nuovo precedentemente immatricolato all’estero, numeri alla mano, è anch’esso in crescita. Ottimismo nonostante tutto? No, solo spunto di ragionamento perché se è vero come è vero che quando le cose paiono andare bene, non è così per tutti, è altrettanto sacrosantamente vero che quando vanno male non vanno poi così male per tutti e quindi, signore e signori, facciamo in modo che quel tutti riguardi altri, non noi. Ricordo una frase che avevo appeso nel mio ufficio inTexas Instrumentse parliamo di qualche decennio fa, ahimè il tempo passa, nella quale parafrasando una frase di un grande poeta italiano, ebbi a scrivere: “Io non piango quando scoppia la guerra, il coraggio dei nemici stesi in terra, io lo rendo con due fiori di serra, ma non piango quando scoppia la guerra, io parto e combatto quando scoppia la guerra”. Ora come allora si alludeva sì a guerre di tipo commerciale o economico, ma la sostanza non cambia. Ora e sempre guerrieri, e finché ce n’è si dà, finché ci si crede è possibile vincere. Tutto il resto, le dietrologie, i ragionamenti pseudo-filosofici, i piagnistei e quant’altro lasciamoli a chi perdente lo è fin dalla nascita. E Buon Natale a tutti i lettori di Newscamp.