La vera locomotiva dell’economia tedesca

Giornali, radio, tv continuano a decantare l’economia tedesca, eppure non è tutto oro quello che luccica, anzi. Di tutti i comparti economici, ce n’è uno solo che tira davvero alla grandissima e da solo rappresenta addirittura il 4,4% del PIL e cresce ancora. Un dato che nellealte sfere finanziarieè ben noto da diverso tempo ma che al grande pubblico è giunto solo ora, quando il sottosegretario liberaleErnst Burghacherha snocciolato i dati sull’economia dellaGermania. Allora, lettori di Newscamp, qual’è questo autentico colosso economico capace di far volare iteutonici? L’industria automobilistica che spazia daVolkswagenaMercedes, passando perBmw? No, assolutamentefuoristrada. Allora lametalmeccanica, l’industria deitrattorio ilcolosso chimico? Nemmeno per sogno. Sarà dunque lafinanza, conFrancofortecapace di rendere laCity londinesepiccola piccola? Niente da fare. Il vero comparto forte, sano e in crescita in modo esponenziale si chiamaturismo. Certo, per molti italiani, folgorati dall’OktoberfestdiMonaco, la Germania non è altro eBerlinorappresenta una meta considerata a torto solo per giovani. Nulla di più falso, in una nazione dove, sempre stando ai dati ufficializzati dal sottosegretario che ha le deleghe del turismo nelGovernodi Angela, un posto di lavoro ogni otto dipende direttamente o indirettamente dal comparto turistico, sono ben 3 milioni gli addetti ai lavori impiegati direttamente, a cui se ne devono aggiungere altri 2 in attività correlate e poi c’è l’indotto e ci sono gli stagionali. E il turismo è la sola industria tedesca che segna da dieci anni sempre e solo il segno positivo, tanto che Burghacher l’ha definito “il nostro vero peso massimo”. E cresce nonostante alcune pratiche poco ortodosse, tipo ilpartito Fdpche appena entrato nel Governo dellaMerkel, nel 2009, ottenne per glialbergatoril’abbassamento dell’IVA dal 19 al 7%. Operazione che poi consentì, così si dice, all’Fdp di ricevere ben un milione di euro dall’associazione degli albergatori. Però è vero che quell’operazione fiscale consentì agli alberghi tedeschi di concorrere, vincendo, con i colleghi francesi, italiani, polacchi, croati, sloveni, austriaci, spagnoli, portoghesi e via di questo passo. La Germania però è riuscita a investire nel turismo che funziona, come quellocongressualeefieristico, non con campagne pubblicitarie, ma incrementando la qualità delle manifestazioni che lì si svolgono. Così pure icampeggi, soprattutto quelli piccoli, a conduzione famigliare e destrutturati, che continuano a essere dei vericarri armatiin fatto di efficienza e successo presso i campeggiatori europei. Oggi, stando ai dati del sottosegretario, ben il 76% del turisti che soggiornano in Germania proviene dall’estero. Una percentuale davvero notevole.E non c’èItalia,Francia,Spagna,Croaziao altro che tenga, laRepubblica Federalecorre e come se corre. Senza sole, senza spiagge, senza mare, eppure d’estate il pienone è assicurato, ovunque. E poi c’è laRuhr, il vecchio cuore delcarbonee dell’acciaio, che è stato trasformato con profitto in un parco divertimenti e parco culturale gigantesco. Certo, si son dovute trasformareacciaierieeminiereinmusei industriali, o si sono apertiteatriecentri commercialiinvecchie fabbriche, ma il tutto ha funzionato e con una spesa che è di circa trecento volte inferiore a quella che è prevista per l’Expo 2015diMilanoo duecento in meno a quello delle eventualiOlimpiadidiRoma. E poi l’Itb, la gigantescafiera del turismoche apre il prossimo 5 marzo a Berlino non è certo quella pulce dellaBitdiMilano, eppure solo fino a qualche anno fa le parti erano invertite.