“Bevo come una spugna, nessuno può multarmi”: la strategia (imbattibile) dei maranza di fine 2025 I Al posto di blocco hanno le mani legate
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“Bevo come una spugna, nessuno può multarmi”: e, pazzesco, ma funziona. La strategia (imbattibile) dei maranza di fine 2025. Al posto di blocco hanno le mani legate. E, sorprendentemente, non è illegale.
“Bevo come una spugna, nessuno può multarmi”: è questo il motto goliardico che circola nelle chat di molti gruppi giovanili e che, almeno a parole, funziona.
O almeno sembra aver trovato una soluzione pratica al problema dei controlli stradali. La realtà è più complessa e preoccupante, tuttavia.
La pratica che alcuni dei cosiddetti ‘maranza‘ fa riferimento a una scelta di fondo che mira a evadere il problema senza però trovarsi a dover rinunciare al bere.
In che modo? Scatta una specie di ‘gara’ tra amici, in cui però per una volta il più bravo non è chi ‘regge meglio’ l’alcol, ma appunto, chi se la cava al contrario. Ovvero?
Come funziona la strategia dei maranza
Lo chiamano “il test tra amici” e consiste nel misurare il tasso alcolemico prima di partire e affidare le chiavi all’amico che risulta con il valore più basso. Semplice, veloce, e — a loro dire — legale. Ma è davvero così innocua? Innanzitutto va precisato che la legge non punisce il gruppo o lo scambio di guida in sé: chi guida è responsabile delle proprie condizioni.
Il problema sorge quando questo meccanismo viene usato per normalizzare comportamenti rischiosi. Bere con l’intento di non superare il limite minimo oppure spingere qualcuno a provare il test per vedere se “regge” sono dinamiche che aumentano la probabilità di incidenti. Il tasso alcolemico è solo un indicatore: reazioni rallentate, scarsa capacità di valutazione e minor tempo di reazione non si cancellano solo perché un amico ha mostrato un numero sotto la soglia.

Non basta superare il test per evitare guai
In più c’è l’illusione della sicurezza tecnologica. I misuratori personali non sono sempre tarati correttamente e possono offrire letture fuorvianti. Un dispositivo economico, un test eseguito in fretta o condizioni ambientali non ideali possono portare a risultati inaccurati. Affidarsi ciecamente a un’app o a un alcolimetro da tasca non elimina la responsabilità personale né garantisce che si eviteranno controlli e sanzioni.
Dal punto di vista sociale, questa pratica alimenta una cultura della competizione sul bere: chi regge di più? chi guida pur avendo bevuto? Convertire il rischio in una sfida tra amici normalizza il comportamento e rende più difficile per qualcuno dire “no, non guido” senza sentirsi giudicato o escluso. È una pressione che può spingere a decisioni pericolose, tanto per chi si mette al volante quanto per i passeggeri.
