“Non sono disabile, ma parcheggio lo stesso nei posti riservati: è un mio diritto”: tutto vero, È LEGGE, e non possono dirti nulla I Segui l’esempio di questa donna

Parcheggio-auto-fonte-Freepik- newscamp

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“Non sono disabile, ma parcheggio lo stesso nei posti riservati: è un mio diritto”: tutto vero, quella di cui parliamo è una legge. Un tuo vero diritto, e non possono dirti nulla. Segui l’esempio di questa donna.

Perché parliamo di una donna? Non solo perché il tema è stato evidenziato, di recente, da una donna nello specifico: ma anche per sgomberare il campo da qualsiasi commento di natura sessista.

Il parcheggio, ormai, è diventato un vero incubo quotidiano. In città, tra traffico, sosta selvaggia e stalli a pagamento, trovare un posto libero è come vincere alla lotteria.

E quando finalmente ne compare uno, spesso è contrassegnato dalle classiche strisce gialle o da un cartello che ne indica la riserva a una specifica categoria di cittadini, come le persone con disabilità.

Ma c’è un caso particolare in cui, anche chi non è disabile, può legalmente parcheggiare in uno spazio riservato. Sarebbe a dire? Lo chiariamo.

Ecco perché hai diritto, pur non avendo disabilità

La protagonista di questa storia è una donna che, pur non avendo disabilità, ha potuto lasciare la sua auto in uno di questi stalli senza rischiare la multa. Come? Perché era un suo diritto. Anzi, è un suo diritto. E, come prevede la legge italiana, in particolari condizioni, la situazione in cui può trovarsi una donna dà diritto a un posto auto riservato, proprio come nel caso delle persone con disabilità.

Naturalmente non si parla di una disabilità: ma di un diritto che la donna, in quanto tale, matura per legge. Si tratta di una questione anche etica, morale, per cerci versi. La società di oggi, civile e evoluta, deve indirizzarsi in tal senso. Sarebbe a dire?

Parcheggio-con-le-strisce-blu-fonte-depositphotos.com- newscamp
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Ecco perché le donne ne hanno diritto

Muoversi in città, specie nei mesi più avanzati, può essere faticoso e pericoloso. Ecco perché diverse amministrazioni comunali, in linea con il Codice della Strada e le normative regionali, hanno istituito gli “stalli rosa”, ovvero parcheggi dedicati alle donne in dolce attesa o ai genitori con bambini fino a due anni. Cosa sarebbero?

Sono dei posti auto, dei parcheggi, riservati alle donne incinta. Non si tratta di un privilegio, ma di una forma di tutela riconosciuta. Questi posti, contrassegnati da strisce rosa o da cartelli dedicati, non sono un’invenzione recente: sono stati introdotti ufficialmente con il Decreto Infrastrutture del 2021, che ha reso obbligatorio per i Comuni riservare una parte dei parcheggi pubblici a questa categoria. La vera novità, però, è che le donne incinte possono usufruirne anche se non hanno ancora partorito, purché siano in possesso del cosiddetto “permesso rosa”, rilasciato dal Comune di residenza o dall’ASL previa certificazione dello stato di gravidanza.
Questo permesso, gratuito e temporaneo, consente di parcheggiare negli stalli riservati e in alcune zone a traffico limitato senza incorrere in sanzioni.